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Le studentesse rapite da Boko Haram chiedono al governo di trattare

Dopo la pubblicazione da parte del gruppo terrorista islamico nigeriano, Boko Haram, di un nuovo filmato in cui sono ritratte alcune ragazze rapite nell’aprile 2014 a Chibok, il governo nigeriano ha comunicato di avere aperto un canale di contatto con i miliziani di Boko Haram.

“Le loro bambine sono ancore nelle nostre mani, circa 40 tra loro sono andate in sposa per volere di Allah, altre sono morte nei bombardamenti aerei”, afferma nel video un miliziano il cui viso è nascosto dal velo di un turbante. Il rapimento delle 276 studentesse suscitò una ondata di indignazione i tutto il mondo ma poi tutto cadde nel dimenticatoio.

 

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Nel 2015 l’esercito nigeriano affermò di aver liberato alcune ragazze rapite da Boko Haram ma tra esse non vi erano studentesse di quel gruppo. Nel video, che dura 11 minuti, il presunto portavoce del gruppo jihadista chiede ai genitori delle ragazze di esigere dal governo la liberazione delle giovani in cambio di quella dei militanti prigionieri. A questo proposito una delle adolescenti, il cui padre è apparso spesso in tv per chiedere la liberazione della figlia, è invitata a parlare. E’ quindi la stessa giovane a chiedere ai genitori delle sequestrate di premere sul governo per la liberazione dei terroristi. “I nostri genitori devono essere pazienti e dire al governo di liberare i membri del gruppo, affinché il gruppo possa liberare noi”, dice, mentre sullo sfondo si vedono alcune delle ragazze in lacrime. Il jihadista mascherato mette in guardia poi il governo: se cercherete di liberarle con la forza – dice – pagheranno con la vita.

In una parte del filmato, circa un minuto, si vedono anche le immagini di presunti bombardamenti dell’esercito che avrebbero ucciso alcune delle ragazze in ostaggio.

Pasquale Almirante

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