In questi ultimi giorni il Ministro ha aumentato esponenzialmente i suoi interventi.
Riporto qualche stralcio:
“Classi troppo omogenee, con alunne e alunni ‘raggruppati’ per ‘bravura’, rappresentano un fenomeno contrario ai principi della nostra Costituzione, che va arginato”… “Un guppo di lavoro “avanzerà proposte concrete per sostenere insegnanti e dirigenti nella loro missione educativa, per un effettivo contrasto della dispersione scolastica“
“Il giorno in cui tutti insieme faremo riconoscere economicamente il valore di essere insegnante molti uomini arriveranno“
” I docenti devono essere pagati molto di più…Il doppio di quanto prendono ora…Ma non bisogna fare demagogia, non è un risultato che si possa raggiungere in poco tempo. Questa però è l’obiettivo a cui si deve tendere“.
“Bisogna puntare sulla qualità e l’innovazione dei contenuti della formazione di chi sta con gli alunni. Un insegnante deve avere la capacità di instaurare una relazione con la classe“
E qui mi fermo.
Le suddette dichiarazioni hanno il contratto e la classe come punti di riferimento.
I ripetuti richiami ad un contratto realmente significativo, dignitoso e adeguato al lavoro del docente, nascondono una certa impotenza di funzione, favorendo il riemergere dell’ “anima sindacalista” del Ministro . L’on. V. Fedeli sa benissimo che altri sono i “governatori del sistema scuola“. Prima di tutto il Governo e poi il Parlamento ( non potrebbe essere diversamente) che hanno “perimetrato” finanziariamente il contratto, attraverso le Leggi di Stabilità 2016 e 2017. I provvedimenti prevedono aumenti indecenti e irrispettosi della funzione docente.
L’altro governatore è il Ministro Madia (Ministro della semplificazione e della pubblica amministrazione), formalmente responsabile e quindi mittente dell’Atto d’indirizzo che farà da sfondo giuridico al contratto.
Da qui si spiega il tono del Ministro Fedeli che fa continuamente riferimento (implicitamente) a soggetti diversi dalla sua persona, che hanno la possibilità di produrre quella discontinuità rispetto ai ” compiti in casa” del finanzcapitalismo (L. Gallino)
Un suggerimento: si dimetta per inviare un forte segnale di dissenso verso un contratto , sul quale la sua “anima sindacalista” si trova in disaccordo. Ma ne avrà il coraggio?
Sulla questione classe, invece il Ministro riveste gli abiti del politico, proponendo discorsi carichi di un verbosità irritante, per chi ogni giorno entra in aula. Mi riferisco alla relazione educativa, alla dispersione o inclusività, e all’istituzione di una commissione.
Qui mi sarei aspettato la comunicazione della presentazione di un provvedimento legislativo, finalizzato al superamento dell’aberrante organizzazione contraria ai principi della Costituzione ( sicurezza e diritto allo studio per tutti).
Mi riferisco alle classi pollaio, che spesso durante la settimana si “gonfiano” diventando “superpollaio“, grazie al Governo Renzi e che rappresentano un impedimento ad una relazione significativa, un depotenziamento di ogni progetto contro la dispersione…
Ricordo al Ministro quanto ha scritto M. Ravelli nel suo ultimo lavoro “Populismo 2.0” ( Einaudi, 2016) ” Il populismo è sempre indicatore di un deficit di democrazia, cioè di «rappresentanza »… un deficit «senile», quando cresce il numero di cittadini che non se ne sentono piú «coperti». Traduco. La politica termina di essere una possibilità di cambiamento quando diventa verbosa, vuota e distante dai reali problemi degli interlocutori(gli insegnanti), perdendo la sua funzione di rappresentanza.
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