Il Direttore del Corso di Specializzazione per il sostegno didattico, Dipartimento di Scienze della Formazione, Università Roma Tre, Coordinatore del Gruppo di lavoro del Comitato Regionale Università del Lazio per i percorsi di formazione universitaria per l’insegnamento, sulle pagine del quotidiano Domani smentisce il ministro dell’istruzione Valditara sul disinteresse che le università avrebbero nel formare i docenti di sostegno, così come da lui stesso asserito durante l’intervista dello scorso 8 dicembre da Massimo Gramellini a La7.
Parte da lontano il Direttore del corso di specializzazione, dalla approvazione definitiva del D.L. 31 maggio 2024 n. 71 convertito in Legge (29 luglio 2024, n. 106) e dagli artt. 6 e 7 con cui si “istituiscono percorsi (a distanza) di 30 CFU e riservati ai docenti con tre anni di servizio su sostegno, attivati dall’INDIRE o dalle università, autonomamente o in convenzione con l’INDIRE”.
Nonostante, spiega l’esperto, questa scelta sia stata contesta dagli studiosi di settore (Società Italiana di Pedagogia Speciale – SIPeS – in primis) e dalle Associazioni (Federazione Italiana Superamento Handicap – FISH in testa), “quello che sconcerta e rammarica, sono le ragioni che il Ministro Valditara continua ad addurre come motivazioni che lo hanno spinto in questa direzione”.
Più di una volta, si legge sul Domani, il Ministro ha dichiarato che si è trovato dinanzi alla “indisponibilità se non addirittura alla mancanza di interesse delle Università a formare gli insegnanti specializzati al sostegno e ciò lo ha indotto a coinvolgere INDIRE”, affermazione “non affatto vera”, dice il Direttore del Corso, e a tale riguardo vengono messe “a disposizione quei dati che smentiscono l’affermazione del Ministro, che ha il dovere di non attribuire a terzi la responsabilità delle scelte adottate e di farlo con un adattamento della realtà pro domo suo”.
E infatti, il prof dimostra che con i nove cicli di specializzazione del sostegno (attivati a seguito del DM 30 settembre 2011) le “Università italiane hanno specializzato circa 200.000 insegnanti, con un incremento pari a 19.476. Al tempo stesso le Università impegnate nei Corsi sono passate dalle 31 del I Ciclo alle 52 del VII.
“Se poi operiamo una comparazione tra il VII e il IX Ciclo si passa dai 25.874 posti del VII ai 32.317 del IX, con un ulteriore incremento complessivo di 6.443 posti messi a disposizione. Nello specifico, tra il VII e il IX si assiste a livello nazionale a una piccola flessione per la scuola dell’Infanzia (- 58 posti) e per la Scuola Primaria (- 167 posti) ma a si assiste altresì a un deciso incremento per la secondaria di I Grado (+ 1.693) e per la secondaria di II grado (+ 4.975)”.
In sintesi, “tra il primo e il nono ciclo abbiamo assistito a un incremento di posti pari a 25.919 unità e un incremento delle Università impegnate pari a 21”.
Ora, alla luce di questi dati, per quale motivo Valditara afferma “che le università non sono interessate a specializzare le/gli insegnanti sul sostegno?”.
“Una affermazione lesiva per gli Atenei (al limite del diffamatorio, stante il ruolo pubblico che questi rivestono) chiamati in causa (statali e privati non telematici) e lesiva anche nei confronti di noi docenti”.
A questo punto, si chiede il Direttore dei corsi: perché il ministro non dice il vero? E a chi giova?
Secondo il ragionamento dell’esperto gioverebbe a togliere la partecipazione obbligatoria al corso in presenza per lanciare l’attivazione dei corsi nella sola modalità a distanza con l’assegnazione a Indire, che può peraltro consorziarsi con gli atenei, aprendo di fatto la strada all’ingresso delle università telematiche.
E dunque la domanda: si starebbero aprendo le porte alle università telematiche anche in questo ambito di formazione dei docenti, benché fino ad ora non fosse possibile? “E, a seguire: il contestuale discredito delle università statali e pubbliche non telematiche che, a detta del Ministro, non si sono interessate a formare i docenti specializzati, non sarà un modo per dare un definitivo affondo ai già agonizzanti Atenei statali, stritolati dalla decurtazione progressiva e oggi micidiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)?”
Per tali motivi, chiosa l’esperto, si invita il Ministro Valditara a “discutere pubblicamente della questione, non con un/una giornalista impreparato/a sul tema e sulle sue implicazioni, ma con gli addetti ai lavori. Sono e siamo qui a sua disposizione per discutere nel merito delle sue affermazioni. Lo chiedo/chiediamo non solo e non tanto per noi (per difendere l’onorabilità nostra e degli Atenei) ma per il rispetto che nutriamo verso le nostre Istituzioni e per la cosa pubblica. Lo chiedo/chiediamo quindi per l’onorabilità di chi ha un ruolo istituzionale in parlamento e nel Governo”.
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