Se queste sono le premesse c’è da stare freschi, o meglio caldi, visto che gli esami di stato saranno a giugno e quindi in piena canicola estiva. Errare è umano, dicevano i latini, ma il fatto che il Miur, anno per anno, ripeta gli errori, a vario titolo, condizione e materia, coi temi degli esami, appare diabolico se non addirittura infernale, nonostante la paradisiaca promessa del diploma.
Sarebbe tuttavia il caso che finalmente l’estensore, o gli estensori, delle prove di simulazione, svoltasi il 19 febbraio scorso, si facesse vivo, battesse un colpo per dire più o meno: ragazzi non prendete esempio da me.
Ma dovrebbe pure impegnarsi a convincere il ministero a dirottare i suoi compensi, lauti pensiamo, a quel docente, pagato male e bistrattato dallo Stato, che ha scoperto l’errore che, come ha spiegato lui stesso, era presente nel testo di “Pavone, Prima lezione di storia contemporanea”.
Ci scrive il prof:“La traduzione è completamente errata e va resa invece con ammiriamo le cose (istituzioni) passate, ma restiamo nel presente, e nonGuardare il futuro, stare nel tempo presente”.
Bastava che i funzionari al ministero controllassero meglio, si dirà. E invece no, perché la citazione proviene da uno studioso illustre, tutto all’opposto di quell’oscuro professore che per guadagnarsi la pagnotta deve sudare.
Tuttavia, se ci facciamo caso, anche questo abbaglio è esattamente specchio e metafora del nostro presente, rappresentata da eminenti ministri che “saltimbancano” coi millenni delle rivoluzioni e prendono a cazzotti il congiuntivo.
Ma qui il pasticcio è del tutto parentale, familiare, quello classico fra suocera e nuora e di cui è rimasta vittima la incolpevole, come molte donne di fronte alla tirannia di certi uomini, forse come quelli del Miur, “Livia Drusilla, moglie di Augusto e madre di Tiberio, non sua nuora”.
Infatti, nell’introduzione al brano, scritta dagli esperti del ministero, a un certo punto si legge letteralmente che Seiano, “ottenuti vari incarichi militari e civili grazie al favore di cui godeva presso Tiberio (il Caesar del testo), acquisì grandissima influenza nella vita del tempo, arrivando ad aspirare al matrimonio (forse davvero celebrato), con Livia Drusilla, nuora dell’imperatore, vedova del primo marito”.
Come dunque si vede, il ministro in persona dovrebbe prendere atto che la scuola italiana, l’istruzione del nostro Paese, la cultura nostrana, prende linfa, fiato, sostanza e insegnamento dagli insegnanti, da questa grande schiera di docenti-educatori che, tra mille difficoltà e con uno stipendio indecoroso, tirano la carretta per dare lustro alla Nazione, mettendo alla berlina perfino le menti della “Minerva”.
Sicuramente qualche volta sbagliano, come chi ha concesso la promozione all’estensore dei temi delle simulazioni. Si spera solamente che all’atto pratico, quando cioè si tratterà degli esami effettivi, al ministero gli “esperti” si decidano non solo a non ripetere le solite figuracce, ma a consultare magari esperti un po’ più esperti.
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