Daniela Longo, docente di lettere nei licei, manda in libreria un secondo romanzo, dopo “La classe di Bruna”, che ha ancora come protagonista la ormai nota commissaria di polizia, Bea Bannò alle prese con un omicidio avvenuto, ancora una volta, in una scuola, o meglio nello sgabuzzino del custode dell’istituto: “Le verità del professore”, Scatole Parlandi editore, 17,00 euro.
Scuola dunque come specchio della società e come luogo nel quale le contraddizioni della vita quotidiana dell’oltre aula esplodono con regolarità sorprendete, come spesso accade di leggere nei giornali e come accade anche in questo romanzo che si dipana secondo i canoni classici del giallo.
Pezzo dopo pezzo, tessera dopo tessera il puzzle si compone, fino alla scoperta dell’assassino del prof Leoncini, appassionato di computer e referente informatico, ma con dei misteri intimi che la commissaria svela con la perspicacia e l’acume che la distingue.
Contraltare psicologico della poliziotta, ma in qualche modo aiutante di campo, la prof Bruna: intelligentissima, perspicace e dark lady, riuscendo perfino, non solo a sedurre il suo psicanalista ma ad avere le confidenze di alcuni ragazzi che in definitiva conducono alla scoperta della verità. Ragazzi particolari con un prof, l’ucciso, particolare, mentre anche della nostra poliziotta scopriamo le debolezze comuni in ogni essere umano, pure attraverso la conoscenza dell’illustre genitore.
E la vicenda è pure l’occasione, per la scrittrice, di schizzare l’universo della scuola e dell’insegnamento, attraverso una miriade di personaggi, tra Ata e colleghi, compresa la dirigente più propensa a mandare aventi il suo istituto che le indagini. Personaggi allora che si susseguono e che in qualche modo risultano indispensabili, attraverso le loro dichiarazioni, alle ricerche di questa commissaria per la quale si tifa spontaneamente, come pure per la indipendente e libera pensatrice prof Bruna, senza la quale non si arriverebbe al colpevole
Ma interessanti sono pure gli approcci psicologici coi ragazzi attraverso le cui paure, le ansie, gli amori e le fiducie, si dipana l’intreccio, mentre sullo sfondo si apre lentamente il mondo parallelo dell’ucciso, quello privato e antico, assai diverso dalla immagine che ostentava a scuola. Doppie personalità insomma, come le tante che gravitano nella società dentro cui la scuola vive la sua vita, non certamente appartata o disgiunta dalla realtà esterna, come con sussiego ipocrita qualcuno ancora vorrebbe fare intendere.
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