Il volume “Storie di vittime innocenti di mafia”, con 16 storie e un fumetto a cura delle giornaliste Valeria Scafetta e Giulia Migneco, appena uscito in libreria e negli store online, edito da Becco Giallo, cerca, tentativo quasi unico nel suo genere, di spiegare la mafia, narrando le storie delle vittime innocenti, cioè i giovani caduti, per sbaglio o per caso, a causa delle azioni violente della criminalità organizzata, ai giovani coetanei delle vittime e a insegnanti e educatori.
“Storie di vittime innocenti di mafia” è nato come strumento didattico-educativo, nell’ambito del progetto denominato “Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, finanziato dalla Regione del Veneto.
Il progetto editoriale è stato realizzato per Avviso Pubblico, una rete di enti locali di tutta Italia, che concretamente si impegnano per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. L’Associazione è nata nel 1996 (vedi link https://www.avvisopubblico.it/home/) e raccoglie le adesioni degli Amministratori Pubblici che si impegnano a diffondere la i principi della legalità.
Il libro è stato illustrato da Dorilys Giacchetto e la graphic novel è stata disegnata da Elleni che, attraverso le parole e le immagini, mostra a tutti, ma soprattutto ai ragazzi, i volti di chi ha perso la vita per colpa di una guerra senza senso, una guerra tra “famiglie”, in cui troppo spesso cadono, appunto, “vittime innocenti”. Nel volume si parla anche di chi, coinvolto suo malgrado nella guerra criminale che ha portato via loro un figlio o una figlia giovanissimi, ha saputo risorgere, chiedendo giustizia, contribuendo alla legalità, creando o collaborando con associazioni.
Scafetta e Migneco, quest’ultima responsabile della Comunicazione per Avviso Pubblico, danno voce alle storie di sedici giovanissimi che hanno perso la vita, e tra questi Annalisa, appena adolescente, a cui oggi è intitolata un’associazione; Antonio, che a causa della tetraparesi spastica non è riuscito a fuggire di fronte agli spari della camorra, oggi protagonista di un romanzo e a cui è dedicato lo stadio di Scampia; Claudio, appena 11 anni, la cui mamma, Graziella, ha iniziato una ricerca su Riina e ha organizzato la manifestazione ‘Giù le mani dai bambini’, durante la quale hanno letto i loro nomi e lanciato in aria un palloncino bianco per ognuno di loro. C’è spazio anche per la storia di Cristina, rapita e poi uccisa in Brianza nel 1975, a cui è dedicata la fondazione, oggi portata avanti dalla nipote Arianna, il cui scopo è “trasmettere sentimenti di speranza e di impegno ai ragazzi più giovani, perché non possa più accadere a nessuno di subire quanto sofferto da Cristina”. C’’è anche un’altra Cristina, anche lei vittima della mafia al nord, la cui zia Michela porta avanti da anni un’instancabile ricerca della verità. E ancora si narra la storia di Dodò, morto a 11 anni in un campo di pallone, dove si è giocata una partita in cui lui non c’entrava nulla, ma il proiettile l’ha preso alla testa; quella di Hyso, nato in Albania e finito a lavorare in Grecia, che a17 anni sbarca a Cerignola e qui, qualche anno dopo, viene ucciso a calci, pugni e colpi di pistola, colpevole di essersi opposto ai caporali.
La grafphic novel, nella seconda parte del volume, racconta le vicende della Banda di Felice Maniero.
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