Premessa
Qui di seguito, la seconda parte di commento al resoconto del convegno “Meritocrazia nella scuola! Tanti miti da sfatare?”, indagine e progetto pilota, realizzato mediante un sondaggio demoscopico commissionato da ANP a “Great Place to Work® Italia” e “Forum della Meritocrazia”.
Scopo finale dell’iniziativa appare quello di rinnovare e mettere in buona luce l’immagine dei DS (già presidi) e della stessa ANP che li associa e rappresenta.
Detto convegno ANP introduce nuove terminologie: “Leadership meritocratica”, che è un po’ neologismo, un po’ slogan nuovo e accattivante; “Meritocrazia percepita”, anch’essa un po’ neologismo e un po’ slogan. Può essere utile tentare di approfondire il significato e il senso di entrambe le espressioni.
Nota. La prima parte di commento, titolata “Marketing del marchio ANP e sondaggio apodittico”, è pubblicata giorni fa su retescuole.net e altri siti.
Merito e meritocrazia
Il merito e la meritocrazia vengono accreditati come novità, ma in realtà non è affatto vero che siano stati inventati o scoperti di recente o magari importati dell’estero (i soliti paesi anglofoni e del nord Europa).
Il merito è già scritto nella nostra Costituzione: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge (art. 97, c. 3, Cost.)”. Dove concorso implica appunto merito, prove di valutazione, selezione.
Per meritocrazia si intende – dal 2008 circa – sistema per premiare il merito. Ma la novità è solo nominale, lessicale o propagandistica.
Appartengono al c.d. guru della meritocrazia – Roger Abravanel – le definizioni che seguono.
«Meritocrazia è un sistema di valori che valorizza l’eccellenza indipendentemente dalla provenienza, dove “provenienza” indica un’etnia, un partito politico, l’essere uomo o donna; ma in Italia “provenienza” significa soprattutto la famiglia di origine». (Roger Abravanel).
«Meritocrazia spiega come in Italia l’assenza di questo sistema di valori abbia prodotto una classe dirigente debolissima: la mancanza di meritocrazia è molto più pervasiva di quanto non si creda, ed è diventata la causa principale del declino della nostra economia. Una classe dirigente inadeguata di policy makers, leader e dirigenti della pubblica amministrazione …. ». (Roger Abravanel).
Sembra però che il termine “meritocrazia” venga usato in modo disinvolto, generico e confuso (o per confondere) proprio dalla citata “classe dirigente inadeguata di policy makers, ….”, forse anche per nascondere la propria a-meritocraticità. In altre parole, un uso autoritario, strumentale, auto-assolvente.
Appare anche che nella meritocrazia o meritomania, il merito debba e possa essere misurato con nuovi metodi veloci, sbrigativi, economici, perdippiù spacciati per oggettivi, in particolare con i test a crocette.
Infine “meritocrazia percepita”, cioè intrinsecamente soggettiva, opinabile appunto e a-scientifica, appare come obbiettivo di ripiego, ipotesi o soluzione B, rispetto alle difficoltà o all’impossibilità di misurare oggettivamente il merito.
Leadership
Vediamo ora cosa è o cosa si intende per “leadership” e magari per “leadership meritocratica”.
La definizione non è affatto semplice, unica, né condivisa; ne riportiamo alcune cominciando da Warren Bennis (1925 – 2014), considerato un guru della leadership:
Altre frasi di Warren Bennis che aiutano a inquadrare la leadership:
Da Peter Drucker (1909 – 2005) riportiamo due altre possibili definizioni:
Infine, da Kevin Kruse (“a leader on the subject of leadership”) riportiamo invece cosa non è la leadership:
Pertanto non appare semplice una definizione univoca e unificata, e lasciamo al lettore il compito di chiarirsi le idee e magari tentare e proporre una sintesi esaustiva e condivisibile.
“Leadership meritocratica”: l’aggiunta dell’aggettivo complica ancora la situazione e disorienta: l’espressione dovrebbe essere spiegata e chiarita da chi l’ha introdotta dandone per scontato il significato.
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