Dal 2009 non si registrano segnali di miglioramento in educazione civica e cittadinanza da parte degli studenti italiani: a dirlo l’indagine su educazione civica e cittadinanza Iccs dell’Iea (International association for the evaluation of educational achievement), che ha coinvolto 94 mila studenti 14enni di 23 paesi (14 europei) e di una regione tedesca.
Mentre 11 Stati hanno potenziato i loro risultati nel 2016, l’Italia non ha fatto altrettanto, passando da un punteggio di 531 a 524 (la media è 517).
In generale, il 99% dei nostri studenti raggiunge almeno il livello minimo di competenza, contro il 97% della media internazionale.
L’eccellenza invece dei ragazzi italiani è raggiunta dal 35%, contro una media europea del 40%.
Nel mondo le migliori performance sono raggiunte in Danimarca, Taipei Cinese, Svezia e Finlandia.
Le studentesse però vanno meglio dei colleghi maschi ottenendo 535 contro i 515 punti, mentre a livello internazionale 530 sono i punti per le femmine e 505 per i maschi.
I ragazzi italiani, riportano le agenzie, parlano con i genitori di quanto accade nel mondo più dei loro coetanei stranieri (61% contro una media internazionale del 46%).
Le modalità di insegnamento a scuola dell’educazione civica variano tra Paese e Paese; in Italia i docenti si sentono più preparati in diritti umani (96% contro una media dell’87%) che in uso responsabile di internet (72%; 79%).
In particolare verso il Governo ha fiducia il 57% dei ragazzi e verso il Parlamento il 65%; diminuisce verso i tribunali: 72%.
Più della metà (52%) ha voglia di partecipare alle attività civiche all’interno della scuola (la media internazionale è del 49%) e, in generale, dichiarano di voler votare da adulti in misura maggiore rispetto alla media dei paesi europei.
Quasi uno studente italiano su tre considera positivo per la democrazia che i leader politici garantiscano un lavoro nella pubblica amministrazione ai propri familiari, una percentuale più alta rispetto alla media Iccs (17%) e in linea con quelle dei paesi dell’America Latina.
Il 47% (contro il 52% della media) ritiene negativo che una sola azienda o il Governo possegga tutti i quotidiani del Paese. Più sentita, rispetto ad altri paesi, la negatività dell’ingerenza del Governo sui tribunali (48% contro 35%).
Tra il 2009 e il 2016, il sostegno all’uguaglianza tra gruppi etnici e razziali è cresciuto anche se è più basso rispetto alla media internazionale (53%).
In aumento anche il sostegno all’uguaglianza di genere (53% contro 52% del 2009), comunque superiore alla media (51%).
Inoltre chi ha alti livelli di conoscenze civiche è lievemente più favorevole alla libera circolazione nell’Ue.
Il 94% pensa che gli alunni immigrati debbano avere le stesse opportunità educative dei loro coetanei italiani.