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Lega, consensi a picco. C’è la fronda anti-Salvini ma il generale Vannacci parla come lui: in una classe di stranieri difficile insegnare l’italianità

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La scuola si conferma uno dei temi preferiti dalla politica. Anche quando i consensi vengono meno. Come sta accadendo alla Lega, i cui elettori sembrano sempre più assottigliarsi. Tanto da avere più che dimezzato le preferenze degli italiani in una manciata di anni.

“Da due anni io e altri diciamo di togliere il nome di Salvini dal simbolo, da due anni perdiamo tesserati e amministratori tutti i santi giorni”. A dirlo è Paolo Grimoldi, ex segretario del Carroccio in Lombardia ed ex parlamentare leghista, oggi uno dei 21 firmatari della lettera diretta al leader Matteo Salvini per criticare la linea del partito.

“E’ normale che il congresso che dovrebbe decidere anche e soprattutto le linee politiche e programmatiche del partito, che nella lettera definiamo lacunose per usare un eufemismo, si svolga dopo le elezioni?”.

E ancora: “Una delle proposte di Afd è quella di togliere dalle scuole i bambini portatori di handicap. Ci rendiamo conto? Sono queste le cose che interessano alle partite Iva, ai lavoratori, ai pensionati? – aggiunge parlando delle alleanze della Lega in Europa -. La Lega nasce come partito moderato: meno Stato, meno tasse, meno burocrazia. Oggi non capiamo più chi siamo. Abbiamo cambiato idea su tutto: sulla Fornero, sulle accise, sul canone Rai, sui vaccini, sui caselli autostradali aumentati tre volte in un anno. Sulla Russia forse stiamo chiarendo in queste ore che non siamo filo-putiniani. O vogliamo parlare del fatto che abbiamo messo 14 miliardi sul ponte di Messina invece che sulla sanità?”.

L’ex segretario lombardo conclude sostenendo che i cambi di rotta non sono solo da addebitare a Salvini ma anche ” delle persone che lo circondano. Chiamiamolo cerchio magico, cerchio degli amici, cerchio dei nominati. Sicuramente cerchio di gente che non è stata scelta dalla base”.

Tra le accuse rivolte alla Lega c’è anche quella di candidare il generale Roberto Vannacci, lo stesso che il 4 aprile è stato intervistato da La Stampa.

A proposito della sua candidatura in occasione delle elezioni europee, Vannacci precisa che “ci sono state interlocuzioni con vari politici. Non ho deciso, devo ancora portare a maturazione le mie valutazioni”.

Comunque, poi precisa: “”Ma perché una persona che molto probabilmente prende un sacco di voti non dovrebbe essere in lista?”.

Il generale racconta come sta facendo valutazioni: “intanto, se ho i requisiti da un punto di vista professionale, non si può improvvisare. E poi, se avrò una reale capacità di influire, non andar lì per schiacciare un bottone. In ogni caso, è una scelta da fare insieme alla famiglia”.

Quindi, il generale si sofferma sul tetto del 20% di alunni stranieri nelle scuole auspicato da Matteo Salvini, che ha fatto inorridire diversi parlamentari della sinistra. “Noi siamo italiani, dobbiamo preservare la nostra identità, in migliaia sono morti sul Carso per tramandarcela. Dobbiamo insegnare le radici italiane nelle scuole. In una classe tutta di stranieri è difficile insegnare l’italianità“.

In Europa, continua Vannacci, “vorrei essere protagonista, vorrei avere un ruolo di primo piano, non fare la comparsa. Non mi piace fare lotte ideologiche, sono una persona pragmatica”.

Poi precisa: “Sono assolutamente contrario all’ambientalismo ideologico, a tutte le regole prese sull’onda dell’Armageddon globale che si sono inventati. Come l’idea di sostituire tutte le macchine con l’elettrico entro il 2035. Se ci fosse la possibilità di interferire con queste decisioni, perché no? Oppure il nucleare: io sono favorevole, non ci sono tante alternative per l’approvvigionamento energetico, la stessa Unione Europea ha inserito il Nucleare all’interno della tassonomia verde”.