Sembra ormai certo che tra le misure per la ripresa della scuola in sicurezza, dopo le vacanze di Natale, ci sia l’ipotesi di consentire l’accesso in classe, nel caso vi fossero due alunni positivi al Covid, ai soli ragazzi già vaccinati. Il resto andrebbe in Dad.
Una misura, sembra di capire, per indurre sempre più alunni a vaccinarsi, spingendo pure le famiglie ad adoperarsi in questo senso, considerato inoltre che la diffusione del virus sembra fuori controllo, come dimostrano i dati e come si sta verificando in molte Regioni che da lunedì andranno in zona gialla.
Una ipotesi però che non sembra gradita né alla Lega né ai 5 Stelle: “Non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la Didattica a distanza e per altri la frequenza in presenza. Le scuole devono restare aperte”: così la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, dei Cinque stelle.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso della Lega: “Lasciare a casa da scuola tre milioni e mezzo di bambini a gennaio non è la soluzione. Non possiamo permetterci di relegare in Dad milioni di studenti. La risposta non può essere sacrificare il diritto all’istruzione di milioni di studenti. Su questo siamo pronti a far sentire forte la nostra voce”.
Come è noto i due partiti, Lega e M5S, non solo fanno parte del Governo, ma i due loro esponenti hanno pure cariche direttive e dunque uscirsene con dichiarazioni così forti e contrarie induce alunni e personale delle scuole, comprese le famiglie, a perdere l’orientamento in questo mare di proposte e proclami, di suggerimenti e di scelte politiche.
In altri termini ci sfugge la logica per la quale quando esce una proposta dalle stanze del governo, ci siano esponenti dello stesso governo a schierarsi contro; e ancora più singolare quando si tratta di personalità politiche del medesimo esecutivo.
Sembra infatti non esserci una sorta di uniformità di intenti ed è come se ognuno andasse per i fatti suoi e per strade di cui non si sa la destinazione.
Nel caso specifico, escludere dall’aula, nel caso ci siano due positivi, i ragazzi non vaccinati, più che una discriminazione può sembrare una decisione amara ma forzata, anche per segnalare la necessità del vaccino, visto pure, come gli esperti dicono, che spesso i ragazzi sono asintomatici e quindi si portano appresso i contagi senza saperlo, ma infettando inesorabilmente.
Però i due esponenti del governo parlano di discriminazione, mentre l’altro, della Lega, minaccia di far sentire forte “la nostra voce”. Non quella singola del sottosegretario (che può entrare nella stanza del ministro e discutere la faccenda), ma quella dell’intero partito: e che fa il partito della Lega? Lo sciopero? La manifestazione contro il proprio stesso governo? L’opposizione parlamentare a se stesso?
E se la sente un sottosegretario, che ha le mani in pasta, la spinta alla protesta, cosa devono fare coloro che del Governo non riescono a vedere nemmeno il più lontano, offuscatissimo barlume?
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