Legalità, quei bambini che vogliono cambiare il mondo

Proviene dagli alunni dell’istituto comprensivo ”II Panzini” di Castellammare di Stabia, posizionata nel cuore di Scanzano e del Centro antico della città, una delle lezioni più importanti sulle conseguenza della camorra sui cittadini: il 16 novembre, gli allievi sono stati i protagonisti della giornata per le legalità organizzata dall’associazione ”LegalmenteItalia”, presieduta dal maresciallo dei carabinieri Vincenzo Zurlo.
Il progetto dell’associazione ”LegalmenteItalia” è di realizzare un cortometraggio sull’analisi emersa dai temi dei bimbi di Scanzano. Il presidente Zurlo spiega all’Ansa: ”LegalmenteItalia nasce per creare a Castellammare una filiera che mette insieme famiglie, scuola e istituzioni per investire di più sulla legalità e soprattutto sui giovani”.
Il convegno sulla legalità, che ha coinvolto le scuole dell’emarginazione sociale, è stato però disertato dalla città. Mancavano sindacati, esponenti politici, amministrazione, delegazioni di fabbrica.
I giovani hanno dimostrato di conoscere da vicino la camorra, ma anche di condannarla. Hanno 10 e 11 anni e sanno già tutto di violenze e corruzione perché abitano nella roccaforte del clan D’Alessandro. Più di qualcuno ha detto di aver appreso dal compagno di banco le regole e gli schemi del sistema camorristico. E lo hanno riportato nero su bianco: omicidi per cento euro, veleni nel terreno, prostitute e carcere, punizione “che meritano”. Altri hanno consegnato il tema in bianco e qualche altro ancora ha affermato che la camorra ”è una cosa bella”. Ed in sala, in occasione dell’evento sulla legalità, paradossalmente c’erano anche le mogli di esponenti di spicco del clan: hanno accompagnato i nipoti in una giornata di testimonianza ”inusuale” per le loro famiglie.
In fondo, però, sono come tutti i bambini del mondo: la maggior parte da grande vogliono diventare avvocato, esploratore, calciatore, ricercatrice. E per questo sognano una città con giostre non rotte, con l’arenile non più inquinato, con le strade pulite e la gente che si rivolga ai bambini ”in modo gentile”.
E una di loro ha concluso: ”Se non lo faranno gli adulti, ci penso io perché diventerò sindaco”. Faccine pulite e innocenti, non si direbbe mai che tra loro ci sono anche pronipoti di boss che sono al 41 bis o ammazzati nelle faide di camorra.
Alessandro Giuliani

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