E infatti si leggerebbe nella sua proposta di legge: sederini “rossi, e persino possibili lievi ematomi sulla pelle delicata dei piccoli”. E se le sculacciate non lasciano il segno che bello c’è? E allora ecco che, oltre a consentirlo ai genitori, anche ad adulti preposti alla loro cura, compresi dunque fratelli e sorelle di maggiore età, ad insegnanti e personale scolastico.
Le agenzie aggiungono che già in Kansas, quella favoleggiata dall’americano a Roma, è permesso sculacciare ma senza lasciare il segno, pignoleria questa ritenuta insulsa dalla deputata perché quando ci vogliono, ci vogliono: “Quello che succede è che ci sono ragazzini sprezzanti e ribelli, che non obbediscono ai genitori o alle maestre. Quello che propongo è dare una chiara definizione di ciò che è permesso, senza autorizzare pugni, botte o colpi. Questi sono considerati un abuso su minori”.
Per questo la legge si soffermerebbe sadicamente nei particolari: permesso sarebbe quindi “sculacciare per un massimo di 10 volte di seguito, a palme delle mani aperte, il sederino di un bambino”; concesso l’uso di “forza fisica in maniera ragionevole”, necessaria a mantenere il piccolo fermo.
Come è naturalmente normale, le polemiche e le reazioni anche forti contro tali fantasmagoriche proposte non sono mancate, ma il fatto che una deputata nonna e mamma possa concepire una legge di questa natura lascia esterrefatti. E non solo per i dettegli sulle modalità di esecuzione delle percorse, ma anche sull’idea stessa delle sculacciate, concesse a tutti coloro che hanno “giurisdizione” sui bambini, mentre riusciamo a immaginare, in base alle descrizione fornite, il tipo di sculaccioni che la nonna-deputata distribuirà ai propri nipotini al primo accenno di monelleria
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