In particolare i nuovi edifici non sono costruiti secondo le tecniche sostenibili e innovative. Solo l’8,22% risulta costruito con criteri antisismici e lo 0,47% secondo criteri della bioedilizia. E’ quanto emerge dall’indagine di Legambiente, che questa mattina a Torino ha presentato il dossier Ecosistema Scuola, annuale rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica giunto alla XIII edizione.
Il dossier di Legambiente sottolinea, inoltre, come negli ultimi due anni ci sia stato un calo degli investimenti in tutta Italia, con una contrazione in media di 40 milioni di euro per la manutenzione straordinaria per edificio scolastico. Regioni come Piemonte ed Emilia-Romagna, sempre fiori all’occhiello del settentrione nella gestione virtuosa dell’edilizia scolastica, dal 2008 ad oggi registrato una diminuzione del 50% degli investimenti in manutenzione straordinaria e ordinaria (meno 55%), rivelando delle difficoltà nel mantenere la qualità degli standard di cura degli edifici.
”La contrazione degli investimenti in manutenzione ci preoccupa non poco”, afferma Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna. ”La nostra regione ha da sempre posto la scuola e la sicurezza negli edifici scolastici come un’importante voce nei bilanci annuali: per questo motivo gran parte delle città emiliano-romagnole svettano positivamente nelle classifiche dei nostri dossier. Ma il drastico calo d’investimenti registrato negli ultimi anni non ci fa ben sperare per il futuro”.
Ma Trento, Piacenza e Verbania prime per edilizia
”Un’edilizia scolastica vecchia e ferma sugli storici problemi legati alla sicurezza. Sono infatti ancora troppe le emergenze irrisolte, poche le eccellenze e i passi avanti. La messa a norma delle scuole resta il tallone d’Achille numero uno: quasi la metà degli edifici scolastici non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il certificato di prevenzione incendi e il 36% degli edifici ha bisogno d’interventi di manutenzione urgenti.
Senza contare che il 32,42% delle strutture si trova in aree a rischio sismico e un 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico”. Lo comunica Legambiente Emilia Romagna in una nota.
”Gli unici passi avanti fatti dalle scuole riguardano la sostenibilità e il monitoraggio dell’amianto.
Dati che confermano lo stallo in cui si trova la qualità del patrimonio dell’edilizia scolastica italiana, che fatica a migliorare anche a causa del freno agli investimenti generato dal patto di stabilità.
In generale dalla fotografia di Ecosistema Scuola 2012 anche quest’anno si riconfermano in testa alla graduatoria nazionale le città capoluogo del centro nord. Svetta al primo posto in classifica Trento, seguito da Piacenza (2*), con una risalita di ben sette posizioni rispetto allo scorso anno, Verbania (3*), Prato (4*), Parma (5*), Reggio Emilia (6*), Pordenone (7*), Asti (8*), Terni (10*) che si confermano anche quest’anno nella top ten della graduatoria, quindi la nuova entrata Forlì (9*). Sul fronte delle regioni a guidare la classifica sono l’Emilia Romagna e il Piemonte, rispettivamente con 4 e 2 città tra le prime dieci, che con il Trentino Alto Adige e la Toscana si distinguono sulla qualità dei servizi e dell’edilizia scolastica.
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