In questi ultimi giorni le speranze alcune disposizioni della legge 107 possano cambiare in tempi più o meno rapidi si stanno moltiplicando.
In alcune regioni, per esempio, si sta creando molta attesa sulle delibere che i consigli regionali hanno già adottato e che adotteranno nei prossimi giorni. Si tratta, come abbiamo già scritto più volte, delle delibere con le quali i consigli chiedono che la legge 107 venga impugnata davanti alla Consulta per violazione di uno o più principi costituzionali.
In realtà si tratta di una strada tortuosa e per nulla sicura, per svariate ragioni. Intanto le delibere finora adottate (Puglia) o in fase di approvazione (Calabria) danno mandato all’esecutivo regionale di verificare, tramite i propri uffici legislativi, la possibilità di ricorrere.
Tanto che allo stato attuale non si sa ancora qualche decisione intenda prendere la Giunta regionale pugliese. Senza contare che molto difficilmente i ricorsi delle regioni potranno essere accolti dalla Consulta, dal momento che le regioni possono rivolgersi alla Corte Costituzionale solo quando una norma di legge invada le prerogative delle regioni stesse. E non pare davvero questo il caso della chiamata dagli albi territoriali o della valutazione dei docenti che vengono tirate in ballo nelle delibere che finora abbiamo letto.
Altra questione: da più parti si sta sollevando il problema della distribuzione dell’organico potenziato (OP) e della assenza della scuola dell’infanzia dal piano di assunzioni. Il punto è che l’OP è definito da una apposita tabella allegata alla legge 107: per modificarla ci vorrebbe un altro atto avente valore di legge che, al momento, non sembra davvero essere nella mente del Governo.
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