Con l’avvio dell’anno scolastico riprende anche il dibattito sulla tornata contrattuale, data ormai per imminente sia dai sindacati sia dal Ministero.
Uno dei nodi che dovrà essere affrontato al tavolo della trattativa riguarda la possibilità di modificare per via contrattuale le disposizioni introdotte dalla legge 107.
Fino a pochi mesi fa c’era molto ottimismo fra i sindacati, convinti che il “decreto Madia” avrebbe abrogato i vincoli imposti a suo tempo dal “decreto Brunetta”.
Ma la realtà è ben diversa e qui proviamo a spiegarla.
Prima del “decreto Brunetta” del 2009 era possibile abrogare disposizioni di legge per via contrattuale (è ciò che accadde ad esempio nel 2006 quando con un contratto nazionale venne cancellata la figura del tutor introdotta dalla legge Moratti).
La norma infatti prevedeva la possibilità di abrogare le disposizioni per le quali la legge non disponeva l’inderogabilità per via contrattuale.
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Con il “decreto Brunetta” viene capovolta la logica: si possono abrogare di disposizioni solo se la legge lo consente esplicitamente.
Nel giugno scorso è entrato in vigore il decreto legislativo 75, applicativo della “legge Madia” che cancella la regola introdotto da Brunetta. Quindi di qui in avanti sarà di nuovo possibile modificare disposizioni di legge ma non saranno modificabili le norme per le quali dichiarate inderogabili.
La situazione viene riassunta e chiarita in questa tabella:
Il fatto è che per tutte le disposizioni contenute nella “Buona Scuola” la legge prevede chiaramente che non possono essere derogate per via contrattuale.
E che il problema sia di difficile soluzione se ne stanno rendendo conto anche gli stessi sindacati.
La stessa Flc-Cgil che finora aveva mostrato ottimismo, incomincia ad avere più di un dubbio. Il problema è emerso anche nel corso di un recente seminario al quale hanno partecipato le RSU piemontesi.
Nel seminario è stata infatti messa in evidenza “la progressiva riduzione degli spazi di contrattazione nei luoghi di lavoro, ulteriormente aggravata dall’approvazione del decreto Madia (Dlgs 75/17)”.
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