In rete i messaggi di stupore (ma anche di rabbia) dopo il voto referendario si stanno moltiplicando. Per il mondo della scuola il punto è sempre lo stesso: la cancellazione della legge 107. In tanti pensavano (e pensano) che il NO avrebbe potuto e dovuto spazzare via quasi subito la legge 107 con annessi e connessi (chiamata diretta e bonus premiale innanzitutto).
In realtà la questione è assai più complessa e anche la vicenda della legge di bilancio lo sta dimostrando: le leggi si cambiano per volontà del Parlamento e non a colpi di decreti del Governo o del Ministro (d’altronde chi ha votato NO lo ha fatto anche per evitare che all’esecutivo vengano attribuiti poteri eccessivi).
E, per il momento, la composizione del Parlamento è sempre la stessa di prima e quindi pensare ad una modifica ampia della legge 107 resta un esercizio retorico.
Si potrà parlare di modifica della legge (con tutte le conseguenze che ne deriveranno, a partire dalle regole sulla mobilità fino alla premialità e agli albi territoriali) solo quando in Palrlamento ci sarà una maggioranza diversa.
Ma non sappiamo ancora quando questo si verificherà, anche perchè proprio in queste ore abbiamo saputo che il presidente Mattarella non è affatto propenso a sciogliere le Camere in tempi brevi.
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