Leggo spesso sui social che c’è molta confusione tra L.104 e L.170. Per gli studenti in situazione di handicap lieve – comma 1 – o grave – comma 3 – è previsto a scuola il docente di sostegno; per i DSA non è previsto nessun sostegno e nessun tutoraggio nonostante qualcuno scriva che il proprio figlio con DSA sia affiancato dal docente di sostegno. Probabilmente si tratterà di docenti con ore di potenziamento che vengono utilizzati in questo modo e dunque non è la norma. Personalmente, trovo che l’assenza di un tutor a scuola per i ragazzi con DSA sia un nonsense: trattandosi di studenti con disturbi SPECIFICI dell’apprendimento, chi più di questi ragazzi in difficoltà di apprendimento meriterebbe un sostegno o un tutor a scuola? Molti di loro fanno fatica pure a seguire il rigo o a prestare attenzione per più di 10 minuti e hanno bisogno di essere continuamente sollecitati perché si “perdono”.
Per quanto la legge 170 garantisca attraverso la stesura del PDP le misure compensative e dispensative, il docente curriculare trova giustamente grandi difficoltà a gestire da solo, nella molteplicità delle sue mansioni e delle specificità dei suoi alunni, il materiale da fornire e i tempi da adattare ad ogni singolo DSA. Ci sono ragazzi con Dsa lievi che riescono ad organizzarsi autonomamente, ma i moderati e i gravi, il più delle volte, restano “pratiche burocratiche” con autostima azzerata. Il risultato è che le famiglie devono provvedere a proprie spese la presa in carico presso centri specializzati pomeridiani che li seguano psicologicamente, nel potenziamento e nell’organizzazione dei compiti e del materiale scolastico, con ricadute pesanti non solo sul budget familiare (per chi se lo può permettere!) ma anche sulla socializzazione dei figli, che non hanno mai il tempo di praticare neanche un’attività pomeridiana (sport, musica…) che possa gratificarli e farli crescere nell’autostima in un “territorio” altro rispetto a quello scolastico.
Dovrebbe essere invece la scuola a garantire gratuitamente l’affiancamento dei tutor ai ragazzi con DSA, nel luogo e nel momento dell’apprendimento, esattamente come fa la 104 con il sostegno in classe. Evidentemente la L.170 va rivista, così non va. Il lavoro con i DSA va fatto nel tempo e nello spazio della scuola, che in quanto pubblica, deve occuparsi di TUTTI e promuovere il successo formativo di tutti. Se ad oggi il 90% del lavoro sui DSA viene svolto a casa dai genitori o da specialisti pagati privatamente, vuol dire che la L.170 è staccata dalle reali esigenze della scuola. Il mio non è un attacco ai curriculari, anzi, è un voler evidenziare una criticità di cui probabilmente sono loro i primi a soffrire perché necessitano di un supporto in classe che li metta in condizione di lavorare con i ragazzi con DSA in modo reale, non solo in fase di verifica e valutazione, come spesso invece accade. Non mi stancherò mai di dirlo.
Lettera firmata
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