La legge di bilancio 2018 approvata dal Parlamento in via definitiva il 23 dicembre (la legge n. 205 del 27 dicembre 2017) stabilisce al comma 591 un adeguamento per la retribuzione dei dirigenti scolastici. Prevede uno stanziamento di 37 milioni di euro per l’anno 2018, di 41 milioni di euro per l’anno 2018 e di 96 milioni di euro a partire dall’anno 2020 per incrementare il Fondo Unico Nazionale della dirigenza scolastica (FUN) al fine della progressiva armonizzazione della retribuzione di parte fissa dei dirigenti scolastici a quella delle altre figure dirigenziali dell’area Istruzione e ricerca. Il comma 591 prevede inoltre che i 35 milioni di aumento strutturale del FUN, previsti dalla legge 107/2015, vengano prioritariamente utilizzati per consolidare la retribuzione di parte fissa.
Con gli aumenti previsti dalla legge di bilancio 2018, si dovrebbe assicurare stabilità alla retribuzione dei dirigenti scolastici, dipendente per un terzo dalle risorse del FUN.
Il fondo, però, rileva Flc Cgil, è soggetto a una forte variabilità a causa dell’oscillazione dell’organico, inusuale nella dirigenza pubblica. Dal 2010 a oggi il FUN è stato tagliato di circa 415 milioni di euro per la diminuzione percentuale collegata alla diminuzione di organico e per la perdita delle quote di RIA (retribuzione di anzianità degli ex presidi) che la legge Tremonti ha impedito di riversare nel fondo. Con gli stanziamenti previsti si riuscirà solo in parte a riportare la retribuzione professionale media dei dirigenti scolastici ai livelli del 2010.
Da sottolineare inoltre che il 50% circa delle risorse previste a regime dal comma 591 va a compensare la fine del finanziamento una tantum della legge 107 (14 milioni) e a garantire la retribuzione di posizione e risultato dei 2000 dirigenti del concorso.
La situazione dei presidi è critica con casi di plurime reggenze (con effetti distorsivi nella gestione dell’istituzione scolastica).
Le reggenze (il preside in ruolo in una scuola prende in carico una seconda quale dove manca il dirigente scolastico) quest’anno sono state più di 1700. Le responsabilità aumentano, le paghe, invece, rimangono stabili o quasi. I dirigenti scolastici sono sul piede di guerra con poche soddisfazioni e troppi problemi. Nella legge di bilancio è stato possibile dare un primo aumento ai presidi, ma non è un pieno riconoscimento del loro ruolo.
Almeno così sostiene l’ANP: “Da un lato siamo soddisfatti per questo risultato, dall’altro canto però esprimiamo forti riserve sullo scaglionamento temporale secondo il quale l’equiparazione si concretizzerebbe. Sottolineiamo che quando si sta prospettando non fa diminuire il livello di attenzione e vogliamo la perequazione economica dei dirigenti della scuola alle altre dirigente dell’area dell’Istruzione”.
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