Fra gli esclusi dell’ultima legge di bilancio 2018 ci sono anche i precari Afam dei conservatori, che vivono una condizione di eterno precariato. A quanto pare, questi docenti dovranno aspettare ancora.
A difesa dei precari Afam scende in campo il Movimento 5 stelle, che esprimono la loro vicinanza ai docenti precari: “insegnanti altamente specializzati che sono le fondamenta su cui si reggono i Conservatori in Italia, scrivono deputati e senatori, ma che vivono una condizione di eterno precariato. A differenza del Governo PD – centrodestra, riteniamo importanti le esigenze di questa categoria di insegnanti che è sempre stata mortificata. Abbiamo presentato al Senato un emendamento che stabilizzava per il biennio 2018-2019 i docenti, ma ovviamente è stato bocciato senza nessuna vera motivazione”.
I parlamentari promettono ancora battaglia: “noi continueremo la nostra battaglia al fianco dei docenti Afam, e, oltre ad essere presenti alla loro manifestazione di mercoledì 6 dicembre, riproporremo lo stesso emendamento alla Camera durante la discussione sulla legge di Stabilità. Non stiamo parlando di cifre impossibili, quindi è una semplice volontà politica che occorre per sbloccare la situazione. Ovviamente se la situazione, quando la manovra sarà alla Camera, rimarrà immutata, significherà che la maggioranza PD e i suoi alleati di centro destra hanno bocciato nuovamente il nostro emendamento e vogliono condannare al precariato una categoria di alta formazione”.
Nel frattempo, il prossimo 6 dicembre, i sindacati confederali hanno organizzato un presidio al Ministero dell’Istruzione per rispondere alle mancanze della legge di bilancio. Il presidio, si legge sul sito Flc Cgil, nasce dall’ennesima mancata risposta alle emergenze del settore AFAM. Infatti gravissima è la scelta della maggioranza che sostiene il Governo di eliminare qualsiasi provvedimento finalizzato alla stabilizzazione dei docenti precari, vittime della mancata decretazione del MIUR che non adempie ai suoi doveri da quasi 20 anni sull’AFAM.
Le stesse risorse stanziate per i processi di statizzazione, 5 milioni per il 2018, 10 milioni per il 2019 e 35 milioni per il 2020, dicono chiaramente che questi processi sono rinviati alla prossima legislatura e alle scelte del prossimo governo e comunque non vanno nel senso di una risposta a tutti gli IMP.
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