Le prime anticipazioni che stanno circolando sulla manovra di bilancio confermano quanto andiamo scrivendo da tempo: il Governo Lega-M5S, non potendo investire molte risorse nella scuola, è costretto a costruire il proprio consenso con una operazione tutta basata sulla revisione della legge 107.
E così è ormai assodato che l’alternanza scuola lavoro sarà ridotta in modo significativo (con altrettanto significativi risparmi di spesa), saranno altresì cancellati sia gli ambiti territoriali sia la chiamata diretta.
Nelle ultime ore si è avuta la conferma che sarà anche azzerato il decreto legislativo 59/2017 sul reclutamento del personale docente della scuola secondaria; l’azzeramento avrà come conseguenza anche la cancellazione della cosiddetta “borsa lavoro” prevista per i docenti ammessi al percorso di formazione (con relativo ulteriore risparmio di spesa).
Difficile, per il momento, interpretare il significato della misura di tassazione forfetaria del 15% sulle lezioni private dei docenti che, come è noto, vengono svolte in larga misura in modo “familiare”: probabilmente si tratta di una disposizione introdotta per dimostrare all’opinione pubblica che il Governo non intende fare sconti a nessuno; ma è molto improbabile che la misura possa davvero servire a far emergere il mercato sommerso delle lezioni private.
Nulla si sa, per il momento, di disposizioni molto attese dal mondo della scuola che però necessitano di risorse importanti per essere realizzate: il potenziamento dell’infanzia e il tempo pieno al sud potrebbero essere così rimandati ad un provvedimento successivo (con quali risorse non è però affatto chiaro).
Tutto questo senza considerare che sui contratti pubblici non ci sarà neppure un euro: nella migliore delle ipotesi ci saranno forse 5-600 milioni di euro per garantire che gli stipendi più bassi non perdano il cosiddetto elemento perequativo.
Ed è per questo che non è da escludere che, alla resa dei conti, nella manovra vengano inserite ancora alcune altre norme che, pur prevedendo qualche risparmio di spesa, potrebbero risultare però molto gradite al mondo della scuola, a cominciare dal ridimensionamento della rilevazione degli apprendimenti affidata all’Invalsi fino ad un ritocco verso il basso dell’importo della carta del docente.
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