Politica scolastica

Legge bilancio 2019: meno soldi per la scuola, ecco i numeri

La legge di bilancio incrementa la spesa scolastica o la riduce?
I numeri sono numeri e quindi le opinioni non dovrebbero contare molto, eppure sulla questione si stanno fronteggiando due interpretazioni opposte: c’è chi, come ad esempio la senatrice PD Simona Malpezzi, parla di 4 miliardi di tagli nel triennio e chi, come il deputato 5S Luigi Gallo, sostiene che ci sarebbe un incremento di spesa di 1,3 miliardi di euro.

Luigi Gallo (M5S): ci sono 1.300 milioni in più

Gallo spiega la questione sostenendo che i conti non vanno fatti “a legislazione vigente” ma tenendo appunto conto della manovra di quest’anno e di quelle future.
Cerchiamo di capire qualcosa di più, basandoci sui dati ufficiali (testo della legge, relazioni allegate e tabelle esplicative).

Cosa dicono le tabelle della legge

Partiamo dunque dai dati contenuti nella prima versione della legge, quella presentata dal Governo a fine ottobre: in uno degli allegati, e precisamente in quello relativo alle spese dei diversi ministeri, troviamo che la spesa del Miur per il 2018 dovrebbe assestarsi sulla cifra di 46.611 milioni (l’importo riguarda solo la scuole e non anche l’Università).
Nella relazione allegata si dice poi che per il 2019 è previsto un aumento del 3,5% dovuto proprio al CCNL:  facendo il conto si vede che il 3,5% è esattamente 1.631 milioni, importo che, sommato a 46.611 dà come risultato 48.242 milioni.
In effetti nella tabella si trova indicata proprio questa cifra come spesa prevista “a legislazione vigente”: con questa espressione si intende dire che, applicando le norme in vigore prima della approvazione della legge di bilancio, la spesa sarebbe appunto quella.
Ma nella stessa tabella di indica anche l’effetto della manovra: 75 milioni di euro (questo significa che con la legge si stanziano altre risorse, o meglio il saldo fra le maggiori e le minori spese dà come risultato 75 milioni).  Ed è così che si arriva alla cifra di 48.317 milioni, spesa del Miur prevista per il 2019, 1 miliardo e 600 milioni in più rispetto al 2018 (importo vicino all’1,3 miliardi indicato da Luigi Gallo
Questa era la tabella di fine ottobre, il passaggio al Senato ha determinato qualche piccola variazione: il testo definitivo prevede una spesa di 48.376 milioni con un incremento di 59 milioni.

Il segno meno arriva dal 2020

Resta poi la questione degli stanziamenti previsti per gli anni successivi: 46.933 milioni per il 2020 e 44.478 per il 2021; in altre parole si tratta di 1,4 miliardi in meno nel 2020 e 3,9 in meno nel 2021: tutto questo, ovviamente, a legislazione vigente, cioè senza considerare le modifiche introdotte dalla legge di bilancio di quest’anno ed, eventualmente, di quelle future.

Si pensa ad una riduzione degli organici?

Resta però il fatto che la minore spesa riguarda prevalentemente il personale: la spiegazione che in molti danno è che con il turn-over entreranno docenti più giovani, con uno stipendio inferiore a quello di coloro che andranno in pensione e questo spiegherebbe il “risparmio”.
Ma si tratta di una spiegazione che convince poco in quanto la tabella del Miur allegata al bilancio evidenzia un risparmio di spesa concentrato sul personale destinato al sostegno: nel primo ciclo, infatti, si passa dai 3.489 milioni del 2019 ai 3.079 del 2020 e ai 2.457 del 2021; stesso trend nel secondo ciclo dove la spesa prevista scenderà da 1.454 milioni del 2019, a 1.317 del 2020 e a 1.108 nel 2021.
Peraltro se fosse questa la spiegazione un analogo calo di spesa si dovrebbe riscontrare una flessione analoga anche nella spesa relativa al personale Ata che invece resta pressoché identica.
La domanda però è d’obbligo: perché mai il Governo prevede una così drastica diminuzione della spesa di personale?

Un messaggio per Bruxelles: vogliamo ridurre la spesa corrente

Forse il Governo vuole far arrivare all’Unione europea un messaggio di questo genere: “Guardate che noi intendiamo impegnarci per ridurre la spesa corrente e quindi sfrutteremo il calo demografico per ridurre gli organici del personale della scuola”.
Se però – come è molto probabile – nel 2020 e nel 2021 non si riuscirà a ridurre gli organici, quando si dovrà mettere mano alle future leggi di bilancio il problema si ripresenterà di nuovo.

Reginaldo Palermo

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