L’avvio del dibattito politico sulla legge di bilancio ci sta riservando una novità: rispetto agli anni passati, sembra che in questa circostanza ci sia un maggiore interesse nei confronti della scuola.
Per capire se questo sia un bene o un male bisogna però aspettare ancora un paio di settimane quando cioè la discussione entrerà nel vivo.
Per intanto registriamo che la responsabile scuola del PD Camilla Sgambato dichiara “Se scuola, università e ricerca sono davvero la priorità di un Paese civile, nella sessione di bilancio, in cui già uno sforzo notevole è stato compiuto, considerato lo stato drammatico delle finanze che abbiamo ereditato, credo che un ulteriore sacrificio vada chiesto per avere ulteriori risorse per la scuola, la formazione e la ricerca”.
“Adeguiamo gli organici, cominciando dal potenziamento dei docenti per la scuola dell’infanzia” afferma Sgambato che prosegue: “Incrementiamo il personale Ata, a partire sempre dall’infanzia (e il drammatico incidente a Milano ci obbliga a muoverci in tal senso). Cominciamo ad implementare il tempo pieno nelle periferie e nelle zone più depresse d’ Italia”.
Lo stesso ministro Lorenzo Fioramonti ha dichiarato nei giorni scorsi: “Vi confesso che attualmente sono un po’ preoccupato perché nella prima versione della legge di bilancio le risorse sono molto inferiori a quello di cui c’è bisogno e rispetto a quello che era stato immaginato”.
Ed è curioso che il Ministro e la responsabile scuola del PD parlino con toni che sembrano adatti più all’opposizione che a chi governa il Paese. Ma è probabile che nelle prossime settimane di stranezze del genere ne dovremo osservare ancora molte altre.
In netta controtendenza una dichiarazione resa dalla viceministro all’istruzione Anna Ascani (PD): “Per la scuola ci sono soldi per i contratti degli insegnanti, misure importanti per i dirigenti scolastici, gli asili nido gratuiti. Dobbiamo fare di più sul diritto allo studio. In Italia studiare costa ancora troppo e molti non hanno accesso. Su questo dobbiamo intervenire”.
E così, almeno per il momento, resta senza risposta la domanda che tutti si stanno facendo: “Ma i soldi per i contratti e per tutto ciò che alla scuola serve ci sono o no?”
Se persino all’interno della maggioranza ci sono risposte contrastanti è perché, in questo momento, è davvero difficile fare previsioni, anche se da alcuni settori delle forze di Governo stanno partendo messaggi “riservati” verso movimenti e sindacati: “I soldi ci sono ma la scuola deve farsi sentire un po’ di più”.
Forse sono solo voci di corridoio, ma ormai la politica italiana ci ha abituati a tutto e non è da escludere che persino in ipotesi così bizzarre si nasconda un fondo di verità.
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