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Legge bilancio 2023, c’è una sorpresa: nella scuola obiettivi e misure sono uguali all’anno precedente; la relazione introduttiva è la fotocopia di quella del 2022

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Il disegno di legge per il bilancio annuale dello Stato per il 2023 è stato “bollinato” dal Ministero dell’Economia e nei prossimi giorni inizierà il suo percorso alla Camera.
Nei primi tre giorni la Commissione Bilancio si limiterà ad alcune audizioni (CNEL, Banca d’Italia e Istat), mentre l’esame vero e proprio del provvedimento decollerà sabato 10.
L’attenzione del mondo della scuola è alta anche perché le misure di cui parla il provvedimento non sembrano andare nella direzione in cui molti speravano.
Ma c’è di più perché la Tabella 7 relativa al Ministero dell’Istruzione e allegata al disegno di legge prevede nei prossimi anni una riduzione complessiva delle risorse a disposizione del Ministero anche se per la verità è anche possibile che le cifre relative agli anni 2024 e 2025 siano state inserite, come già avvenuto negli anni passati, allo scopo di dimostrare ai tecnici dell’Unione Europea che l’Italia, grazie anche ai fondi del PNRR,  riuscirà a ridurre le spese e quindi a contenere il deficit.

Il dato interessante della Tabella 7 non sta però tanto nelle cifre quanto piuttosto nelle pagine introduttive in cui vengono illustrati obiettivi e interventi previsti.
La cosa che più sorprende è che questa relazione preliminare sia sostanzialmente identica a quella contenuta nella tabella 7 dell’anno precedente.
A parziale discolpa del Governo Meloni e del Ministro Valditara c’è certamente il fatto che il tempo a disposizione per definire obiettivi, misure e interventi è stato poco, ma è davvero curioso il fatto che diversi capitoli (per la verità tutti quelli che noi abbiamo consultato) siano un preciso copia e incolla di quelli dello scorso anno.
Un po’ poco per un Governo di una maggioranza che si era presentata come l’alternativa a Draghi e alle politiche scolastiche di Patrizio Bianchi.

A titolo del tutto esemplificativo riportiamo il paragrafo sulla formazione in servizio del personale docente.
Mettendo i due testi a confronto risulta evidente che il nuovo Ministro, almeno in questa fase, non intende discostarsi neppure di una virgola dal programma di Patrizio Bianchi.

DISEGNO DI LEGGE 2022DISEGNO DI LEGGE 2023
È necessario definire un nuovo sistema per la formazione continua del personale scolastico, con l’obiettivo di aumentarne la platea nei percorsi di formazione e di migliorare la qualità della relativa offerta formativa, per renderla maggiormente rispondente alle esigenze di servizio e di valorizzazione delle esperienze maturate e per sostenere la crescita professionale del personale della scuola. A tale scopo, nel PNRR il Ministero ha previsto un intervento di riforma diretto a costruire un sistema di formazione di qualità in linea con gli standard europei, il cui coordinamento sarà affidato ad una Scuola di Alta Formazione, un organismo qualificato dotato di un comitato tecnico-scientifico che coinvolgerà l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione (INVALSI), nonché Università italiane e straniere. Alle azioni formative per gli insegnanti, si accompagnerà la realizzazione di un sistema digitale per la documentazione dei percorsi di formazione e delle esperienze professionali maturate.È necessario definire un nuovo sistema per la formazione continua del personale scolastico, con l’obiettivo di aumentarne la platea nei percorsi di formazione e di migliorare la qualità della relativa offerta formativa, per renderla maggiormente rispondente alle esigenze di servizio e di valorizzazione delle esperienze maturate e per sostenere la crescita professionale del personale della scuola. A tale scopo, nel PNRR il Ministero ha previsto un intervento di riforma diretto a costruire un sistema di formazione di qualità in linea con gli standard europei, il cui coordinamento sarà affidato ad una Scuola di Alta Formazione, un organismo qualificato dotato di un comitato tecnico-scientifico che coinvolgerà l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione (INVALSI), nonché Università italiane e straniere. Alle azioni formative per gli insegnanti, si accompagnerà la realizzazione di un sistema digitale per la documentazione dei percorsi di formazione e delle esperienze professionali maturate.