Politica scolastica

Legge bilancio: meno soldi alla scuola? No, è solo un trucco contabile

Analizzando ancora meglio le cifre della legge di bilancio e il testo delle diverse relazioni allegate (centinaia e centinaia di pagine fitte di dati e di numeri) si può forse finalmente capire qualcosa di più sulla questione che da settimane sta alimentando il dibattito in rete: ma allora la legge taglia gli stanziamenti per la scuola o li incrementa?

Tagli o incrementi?

La risposta non è semplice e neppure univoca.
In buona sostanza, però, possiamo affermare che rispetto al 2018 ci sono soldi in più, circa 2 miliardi, legati alle spese di personale; ma si tratta di un incremento legato alla applicazione del CCNL firmato nell’aprile scorso come peraltro chiarito bene dalla relazione contenuta nella Tabella 7, quella relativa alle spese del Miur.
Resta però il “giallo” delle somme esposte per gli anni 2020 e 2021 che, proprio sulle spese di personale, sono inferiori a quelle del 2019.

Le spiegazioni ufficiali

Luigi Gallo (M5S), presidente della Commissione Cultura della Camera, ha fornito spiegazioni diverse: in un primo momento aveva detto che comunque le cifre del 2020 e del 2021 non fanno molto testo perché bisogna aspettare le prossime leggi di bilancio per giudicare; in un secondo tempo, riprendendo anche una dichiarazione di Mario Pittoni (Lega), ha aggiunto che l’apparente taglio è dovuto al fatto che a partire da questa legge di bilancio i costi dell’organico di fatto e dei posti di sostegno in deroga saranno conteggiati anno per anno.
Spiegazione ragionevole, ma fino a un certo punto perchè non è davvero chiaro il motivo per cui il cambiamento inizi quest’anno. Mario Pittoni aveva detto che è proprio il comma 69 delll’articolo 1 della legge 107 a stabilire che l’organico aggiuntivo è legato ad un decreto interministeriale annuale, ma questa regola c’è sempre stata e non si comprende perchè la Ragioneria Generale dello Stato non ne abbia mai preteso l’applicazione.

I dubbi: un “trucco” contabile

La spiegazione, dunque, va forse ricercata in altra direzione.
Tra il 2019 e il 2021 il “conto” del Miur prevede effettivamente una diminuzione complessiva di poco inferiore ai 4 miliardi legata in larga misura alle spese di personale (300 milioni, però riguardano la ricerca).
Si tratta, come implicitamente fanno osservare Pittoni e Gallo, di “tagli” fittizi che potranno essere corretti con le prossime leggi di bilancio; ma allora perchè prevedere ora questi tagli, ben sapendo che l’opposizione li avrebbe messi in evidenza per sottolineare l’incapacità del Governo.
Lo avevamo già scritto tre settimane fa, ma negli ultimi giorni ne abbiamo avuto conferma da due autorevoli fonti interne all’Amministrazione; una di queste ci ha candidamente confessato che si tratta di un piccolo “trucco contabile” per dimostrare all’Unione europea che l’Italia intende impegnarsi nella riduzione della spesa corrente.
Quanto questo “trucco” possa essere credibile per i tecnici di Bruxelles è tutto da vedere, ma tutto serve per “tirare il fiato” per qualche mese, poi si vedrà.
La tecnica, insomma, sembra essere quella indicata già decenni addietro dal “divo” Giulio (Andreotti): “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”.

Reginaldo Palermo

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