Al Senato si sta lavorando senza sosta per cercare di approvare in tempi rapidi la legge di bilancio per il 2018.
Nel pomeriggio di domenica 26 novembre la Commissione Bilancio dovrebbe concludere i propri lavori in modo da poter riferire in aula lunedi 27 (la convocazione è prevista per le 16.30).
POCHI SOLDI PER LA SCUOLA
E’ ormai scontato che per la scuola non ci saranno risorse aggiuntive oltre a quelle già annunciate.
Per il miglioramento dell’offerta formativa della istruzione tecnica superiore sono previsti 5 milioni di euro per il 2018, 15 per il 2019 e 30 per il 2020.
Venti milioni sono destinati ad aumentare il fondo destinato a coprire le spese per le supplenze temporanee di assistenti amministrativi e tecnici, oltre il trentesimo giorno di assenza.
Ci sono infine 37 milioni di euro per adeguare gli stipendi dei dirigenti scolastici a quelli dei dirigenti di seconda fascia delle altre amministrazioni dello Stato (il fondo sarà di 41 milioni nel 2019 e di 96 nel 2020).
CONTRATTI PUBBLICI
Per i contratti pubblici ci sono 2 miliardi e 850 milioni che vanno ad aggiungersi ai 300 milioni del 2016 e ai 900 del 2017: la somma sarà sufficiente, forse, per garantire 85 euro medi di aumento lordo a tutti i dipendenti statali, tra i quali vi sono anche 1.100 fra insegnanti e Ata.
La ripartizione dell’importo fra i diversi comparti di contrattazione dovrà essere definita dai Ministeri competenti e solo allora si potrà conoscere esattamente quanto spetterà a scuola, ricerca, università e Afam.
Per il momento, quindi, le risorse sono sempre quelle contenute nel “vecchio” atto di indirizzo (si tratta di circa 626 milioni di euro), risorse che dovrebbero raddoppiare grazie allo stanziamento previsto nella legge di bilancio 2018.
A conti fatti 85 euro lordi pro-capite al loro degli oneri a carico dello Stato che diventeranno meno di 40 euro netti in busta. Con nessuna possibilità, dunque, di andare oltre, seppure di poco, al tetto già concordato fra Governo e sindacati con l’intesa del 30 novembre scorso.