La legge di Bilancio 2017, come abbiamo visto, dovrebbe dedicare al rinnovo dei contratti degli statali una cifra vicina ai due miliardi, che si aggiungono agli 1,2 miliardi già accantonati negli ultimi due anni.
E’ ormai noto da tempo che l’aumento della busta paga dei docenti sarà di 85 euro lordi, come previsto dall’intesa fra governo e sindacati del 30 novembre 2016.
Le organizzazioni sindacali, tuttavia, ritengono insufficienti gli stanziamenti per il comparto scuola, e lo fanno sapere con un comunicato unitario a firma dei 4 segretari nazionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal
“La scuola rivendica investimenti aggiuntivi per garantire l’offerta formativa e per valorizzare la professionalità di tutti gli operatori. La manovra economica approvata dal Consiglio dei ministri non risponde ai reali bisogni dell’istruzione pubblica del nostro Paese. Che il Governo intenda rispettare gli impegni del 30 novembre è un fatto sicuramente positivo.
Tuttavia FLC CGIL, CISL Scuola, Federazione UIL Scuola Rua e Snals Confsal ritengono necessarie ulteriori risorse specifiche per il settore da finalizzare al rilancio dell’intero sistema scolastico, che deve essere in grado di utilizzare, riconoscere e valorizzare tutte le energie presenti al proprio interno. Nessuno può restare indietro”.
Inoltre, per i sindacati “occorre rafforzare le politiche di investimento in istruzione e formazione avendo a riferimento gli standard europei sia per quanto riguarda la loro consistenza in relazione al PIL (raggiungendo il livello della media OCSE) sia per quanto riguarda la valorizzazione delle professionalità di tutto il personale. A supporto di tali rivendicazioni saranno attivate tutte le iniziative di mobilitazione necessarie”
Gli unici ad esultare nel comparto scuola sono i presidi, che, come fa sapere il Miur, hanno ottenuto l’ok alla perequazione della retribuzione di posizione per i dirigenti scolastici che finalmente saranno equiparati agli altri colleghi dirigenti delle PA. Si parla di un investimento da oltre 95 milioni di euro con un aumento da 400 a 500 euro mensili a testa.
A chi invece va proprio male sono i lavoratori del personale ATA, che non avrà il piano straordinario per assumere a tempo indeterminato 6mila dipendenti Ata oltre il turnover.
Infatti, il Mef aveva messo sul piatto un miliardo di euro, ma l’operazione non è andata a buon fine.
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