In altre parole gli studenti ritengono inutile adottare scorciatoie di sorta per scavalcare il dibattito parlamentare e quello del mondo dell’istruzione. In un articolo pubblicato nel sito web della rete della conoscenza si afferma: “Riteniamo inoltre che sia un problema, prima di tutto democratico, voler affrontare questi temi attraverso una legge delega, esautorando il Parlamento dalle sue funzioni, e senza prevedere un confronto con le parti sociali e in particolare con gli studenti, che proprio in questi giorni sono scesi in piazza in decine di città italiane per chiedere un cambio netto delle politiche sull’istruzione e dire no a questa legge di stabilità.
Negli ultimi 5 anni gli studenti hanno duramente contestato, nel metodo prim’ancora che nel merito, ogni riforma calata dall’alto, proponendo di contro le proprie idee e proposte di scuola ed università: sbaglia il Ministro Carrozza a segnare anche su questo continuità col passato“. Inoltre nello stesso articolo si scrive: “E’ inaccettabile che il Governo chieda per se una delega in bianco per riformare, fra i tanti punti spinosi, gli organi collegiali.
Non si possono scavalcare con questi escamotage le istanze democratiche degli studenti che l’anno scorso hanno bloccato la legge Aprea e quest’anno hanno protestate contro una legge di stabilità sorda ai propri bisogni e che sono pronti quindi a mobilitarsi contro l’ennesimo attacco alla democrazia scolastica“.
Si ripropone una scena già vista, dove l’azione degli studenti entra in pieno contrasto con quella governativa. Mentre divampano le polemiche il Miur pubblica una nota asserendo: “A seguito delle notizie di stampa sul Disegno di legge delega in materia di Istruzione, Università e Ricerca, il Ministero precisa che il testo a cui si fa riferimento è da ritenersi del tutto superato “. Si può concludere dicendo: se son rose fioriranno.
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