Legge di bilancio 2019, Art. 57 – (Misure di razionalizzazione della spesa pubblica)
“I percorsi di alternanza scuola-lavoro sono ridenominati percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento sono attuati per una durata complessiva non inferiore a 180 ore per gli istituti professionali. a 150 ore negli istituti tecnici, a 90 ore nei licei. Entro 60 giorni sono definite le linee guida in merito ai percorsi.”
L’astrattezza della norma non consente di valutarne la sostanza: cosa deve intendersi per “percorsi per le competenze trasversali”?
Una dichiarazione del sottosegretario al Miur, Salvatore Giuliano [Perugia 28/9], fornisce la chiave interpretativa: “Lo sforzo principale sarà quello di programmare percorsi di alternanza scuola-mondo del lavoro per lo sviluppo di competenze trasversali perché è evidente che i sistemi educativi sono carenti nello sviluppo delle soft skill”.
Ecco la ratio. La necessità di affidare i percorsi per le competenze trasversali, a enti esterni all’istituzione scolastica, nasce dall’inidoneità della scuola a perseguire la finalità del sistema formativo: lo “sviluppo della persona umana adeguata” al mondo contemporaneo.
Si tratta di una dichiarazione d’impotenza: “l’evidente” incapacità di orientare e di controllare il servizio scolastico è insanabile.
Triplice l’origine dell’inadeguatezza. Negli ultimi anni i politici:
L’abbattimento della complessità
La dimensione del problema “sviluppo della persona umana adeguata” al mondo contemporaneo è incommensurabile. Il suo trattamento richiede l’utilizzo degli ordinari, consolidati, idonei procedimenti d’analisi: procedere per approssimazioni successive, raffinando [Top-Down].
Il problema “origine” deve essere scomposto in sottoproblemi che, se non sono elementari, sono a loro volta scomposti.
Per ogni sottoproblema devono essere elencate le risorse necessarie e sono puntualizzati i risultati attesi.
Esempi tratti dai regolamenti di riordino del 2010:
Un sottoinsieme esemplificativo:
La formulazione d’ipotesi relative ai processi d’apprendimento e l’indicazione delle modalità di capitalizzazione delle informazioni contenute negli scostamenti obiettivi-risultati completano il raffinamento.
CFR. in rete “La cultura informatica per promuovere competenze”.
La visione sistemica
I decreti delegati del 1974, sintetizzati dal Dlgs 297/94, adottando la cultura sistemica, hanno attribuito alla scuola i caratteri dell’unitarietà, dell’interdipendenza, dell’autogoverno [feed-back].
Perfetta la sovrapponibilità con la problematica sopra esposta relativa all’abbattimento della complessità:
Il dirigente scolastico è la chiave di volta: la struttura decisionale non regge senza la sua azione.
Condurre a unità le attività scolastiche, operare per l’orientamento del sistema formativo (definizione dei traguardi), vigilare sull’attuazione delle delibere sono i suoi compiti primari. A tal fine stila convocazioni degli organismi collegiali atte a vincolare la loro attività alle funzioni previste dal mandato loro assegnato.
Il Controllo
Per governare un’organizzazione e per garantire l’efficacia della sua attività si deve operare sui processi, non sui prodotti: nella scuola è necessario monitorare i procedimenti della progettazione formativa, della progettazione educativa e della progettazione dell’istruzione [CFR art. 1 DPR sull’autonomia scolastica del 1999], non limitarsi a misurarne gli esiti complessivi.
I controlli, intesi come rilevazione dello scostamento obiettivi-risultati, devono essere temporalmente differenziati:
(controllo concomitante);
Riformulando: per incidere sulla qualità dell’istruzione è necessario agire nella fase d’ideazione e di specificazione dei risultati attesi, in quelle dello svolgimento e dell’applicazione delle strategie gestionali, della misurazione e della valutazione degli scostamenti dei risultati conseguiti con gli obiettivi programmati e, infine, collocando l’assetto generale nel lungo periodo per valutarne dinamica e adeguatezza.
Enrico Maranzana
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