La FLC CGIL esprime forte dissenso sulla nuova legge di bilancio 2025, attualmente in discussione in Parlamento, giudicandola del tutto inadeguata per il rinnovo dei contratti del personale scolastico e della ricerca per il periodo 2022-2024. Secondo il sindacato, i fondi previsti per gli aumenti coprono solo il 5,78%, a fronte di un’inflazione che ha toccato il 18%. Tale incremento non riesce a tutelare il potere d’acquisto del personale.
In particolare, a partire dal 2025 è previsto solo un aumento sul salario accessorio e limitato ai docenti, lasciando fuori il personale ATA, che con le sue 204.000 unità rappresenta una parte cruciale per il funzionamento delle scuole. Il sindacato sottolinea come questo incremento, pari a circa 93 milioni di euro, alimenti una discriminazione tra lavoratori che svolgono mansioni fondamentali.
Altro aspetto critico, secondo la FLC CGIL, è il taglio del turnover del 25% in tutte le amministrazioni pubbliche, colpendo con particolare durezza università, enti di ricerca e alta formazione artistica e musicale. Ciò comporta un’ulteriore precarizzazione, riducendo le prospettive di stabilizzazione per migliaia di lavoratori. Nel settore scolastico si annunciano tagli drastici: 5.660 docenti dell’organico dell’autonomia e 2.174 unità di personale ATA, con un conseguente peggioramento delle condizioni di lavoro e un impatto negativo sulla qualità dei servizi scolastici, in un momento in cui le scuole sono impegnate nei progetti del PNRR.
Tra le poche novità, la Carta del docente, finora riservata ai docenti tempo indeterminato, verrà estesa anche ai supplenti annuali, escludendo però i precari con incarichi fino a giugno. Inoltre, i 122 milioni destinati per il 2025 alla “valorizzazione del sistema scolastico” vengono considerati dal sindacato una misura generica e poco trasparente, poiché lascia al Ministero piena discrezionalità sull’utilizzo delle risorse.
In questo quadro, la FLC CGIL ribadisce la necessità di investire seriamente su istruzione e ricerca, per tutelare i lavoratori e garantire un futuro al Paese. Il sindacato ha indetto uno sciopero per il 31 ottobre 2024, per chiedere un cambiamento di rotta che riconosca l’importanza della scuola e della formazione.
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