Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, è intervenuto presso la Commissione Cultura della Camera, nell’ambito dell’esame in sede consultiva del disegno di legge di bilancio 2019.
Una flat tax del 15% sulle ripetizioni, i fondi per l’adeguamento degli stipendi degli insegnanti, l’assunzione di 1.000 nuovi ricercatori universitari, il bonus occupazionale per i più bravi, i fondi per i contratti degli specializzandi medici.
Con la legge di bilancio sono in arrivo una serie di norme che puntano a rendere “più snello” il percorso di reclutamento del personale docente.
A cominciare dall’abolizione della chiamata diretta dei professori per le scuole di ogni ordine e grado. Bussetti conferma che “viene abrogato il percorso Fit ordinario, particolarmente complesso anche perché eccessivamente lungo. Il reclutamento dei nuovi docenti sarà più snello e prevederà l’effettiva assunzione in servizio basata su posti vanti e realmente disponibili”.
“Il concorso sarà bandito con regolarità per quelle classi di concorso e per quelle regione nelle quali ci saranno effettive necessità. Potranno partecipare giovani laureati per gli insegnamenti per i quali hanno conseguito il titolo. Non ci saranno più graduatorie di idonei ma solo vincitori di concorso ai quali viene, finalmente, garantita l’immissione in ruolo”.
Anche chi non vincerà il concorso ma supererà tutte le prove, “acquisirà l’abilitazione utile, tra l’altro, all’insegnamento anche ai fini della legge 62/2000”.
Sarà dimezzata la tassazione sui compensi per le lezioni private (adesso prevista al 27%).
Nella manovra è contenuta una misura che “prevede l’applicazione di una imposta sostitutiva di quella sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali, fissata nella misura del 15% di quanto percepito”.
“Le scuole organizzano corsi per tutti gli studenti che abbiano debiti formativi, grazie all’impegno dei docenti, che sono a tal fine remunerati con il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa e con appositi fondi che il Ministero stanzia tutti gli anni – ricorda Bussetti – I compensi percepiti concorrono a costituire il reddito imponibile e, quindi, sino ad oggi sono stati tassati all’aliquota corrispondente al reddito complessivo dei docenti”.
Si tratta di una misura di favore per i docenti, conclude Bussetti, “fermo restando il prioritario impegno del Ministero a ridurre, a monte, l’incidenza dei debiti formativi, attraverso i corsi di recupero e l’attività di sportello nonché grazie alle metodologie didattiche innovative in corso di diffusione nelle scuole”.
Con la legge di bilancio vengono stanziate “importanti risorse aggiuntive, più di 1,7 miliardi all’anno, per consentire da subito una ripresa della contrattazione e un nuovo adeguamento degli stipendi, che la relazione tecnica stima in un aumento superiore all’1,9%. E’ in corso un dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali – aggiunge Bussetti – affinché il prossimo contratto giunga presto e dia un’adeguata risposta alle attese della categoria e all’esigenza di funzionalità delle scuole”.
Inoltre, aggiunge il ministro dell’Istruzione, grazie al fondo istituito con l’articolo 34, “è stato mantenuto l’impegno che avevo preso, quello di confermare a regime l’ “elemento perequativo”, per evitare la riduzione degli stipendi dei pubblici dipendenti che altrimenti si sarebbe verificata da gennaio 2019. A beneficiare di questa misura saranno, soprattutto, il personale docente e Ata della scuola, ed è per questo che il ministero ha contribuito a finanziarla, anche attraverso la revisione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro”.
“La legge di bilancio dell’anno scorso aveva consentito di assumere alle dipendenze dello Stato più di 700 tra personale amministrativo e tecnico delle scuole, che erano stati mantenuti in condizioni di precariato per oltre 17 anni. Tuttavia, furono assunti a tempo parziale, con una riduzione dello stipendio inaccettabile”. Ora “consentiamo il passaggio a tempo pieno per i primi in graduatoria, ovvero per almeno 226 persone”.
“L’istituzione della Centrale per la progettazione delle opere pubbliche potrà costituire un fattore d’importante agevolazione per il tempestivo ed efficace utilizzo dei fondi disponibili per l’edilizia scolastica. Infatti, quei Comuni, in particolare i più piccoli, che abbiano difficoltà a reperire al proprio interno le professionalità occorrenti per la progettazione degli interventi, per la gestione delle procedure di appalto, oppure per le valutazioni tecniche, potranno chiedere alla Centrale di svolgere, per conto loro, queste attività”.
“Mi sembra una novità di assoluto rilievo – spiega il ministro – considerato che i plessi scolastici sono circa 40 mila e che molti di essi sono collocati in Comuni di piccole o piccolissime dimensioni, che si trovano, comprensibilmente, in difficoltà a progettare e appaltare opere anche molto onerose”.
“Questa norma consentirà anche ai Comuni più piccoli di beneficiare efficacemente degli stanziamenti disponibili per la costruzione di nuove scuole e l’adeguamento, soprattutto antisismico, di quelle esistenti, a tutto vantaggio della sicurezza degli studenti e del personale scolastico”.
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