Con il comma 172 dell’articolo 1 della legge di bilancio il Governo si pone il problema di rimuovere gli squilibri territoriali esistenti sul territorio nazionale in merito all’erogazione dei servizi di asilo nido per i bambini da 3 a 36 mesi.
Ai Comuni delle due isole maggiori, Sicilia e Sardegna, sono destinate risorse economiche in misura superiore alla media nazionale; risorse che, a partire dal 2022 e in modo crescente fino al 2027, serviranno ad incrementare il numero dei posti nei servizi educativi per l’infanzia previsti dal decreto 65 del 2017.
E’ bene chiarire che la disposizione inserita nella legge di bilancio per il 2022 incrementa gli stanziamenti per queste due regioni ma non intacca quelli già previsti per tutte le altre.
I servizi educativi, nidi e micronidi, nell’accogliere i bambini da 3 a 36 mesi d’età, hanno l’obiettivo, in collaborazione con le famiglie, di curare la crescita, l’educazione, la socializzazione in una prospettiva di continuità con la scuola dell’infanzia volta a promuovere l’identità, l’autonomia e le competenze.
I servizi previsti dal decreto 65 e finanziati dalla legge di bilancio del 2022,presentano modalità organizzative e di funzionamentodiversificate in relazione ai tempi di apertura del servizio e allaloro capacità ricettiva, in questa logica il comma 72 si pone l’obiettivo di raggiungere quel livello minimo che ciascun comune o bacino territoriale è tenuto a garantire.
La legge prevede un livello minimo su base locale nel 33 per cento inclusivo del servizio privato in proporzione alla popolazione della fascia di età da 3 a 36 mesi a partire dai comuni o consorzi di comuni, dando priorità ai bacini territoriali più svantaggiati fino a quando tutti i comuni svantaggiati non abbiano raggiunto pari livello di prestazioni.
La legge di bilancio nello specifico ha previsto per Sardegna e Sicilia 120 milioni di euro per l’anno 2022, 175 milioni di euro per il 2023, 230 milioni di euro per l’anno 2024, 300 milioni di euro per l’anno 2025, 450 milioni di euro per l’anno 2026 e 1.100 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.
I comuni sono autorizzati a procedere all’assunzione del personale necessario alla diretta gestione dei servizi educativi per l’infanzia.
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