Confronto e non scontro per cambiare ciò che non va sulla legge di bilancio. È quanto afferma la Cisl in un comunicato che spiega come andrebbe migliorato il testo di legge.
Per il sindacato “è fondamentale avviare adeguati investimenti e riforme strutturali, che però restano frenati dalla limitatezza delle risorse a disposizione. Dotazioni che vengono ulteriormente ridotte dai tagli occulti dell’inflazione e del carovita, drenaggio che incide in modo pesante su Sanità, Scuola, Servizi sociali, non autosufficienza”.
Bisogna dunque “integrare queste risorse anche prendendo in considerazione un nuovo scostamento, pescando dai fondi inutilizzati nazionali ed europei, incrementando e rendendo esigibile il prelievo sulla speculazione e sugli extraprofitti, che va esteso anche ai giganti della logistica e dell’economia digitale”.
Lo sciopero non viene ritenuta la forma di azione più adatta. Secondo la Cisl è la “forma ultima di conflitto che nelle condizioni date danneggerebbe i lavoratori, logorerebbe il sistema produttivo, infiammerebbe i rapporti sociali e industriali, senza che tutto ciò abbia attinenza con le finalità di una mobilitazione tesa a migliorare la qualità dell’azione politica del Governo e del Parlamento”.
“La storia del sindacato ci insegna che le azioni di lotta si dimostrano efficaci non quando sostituiscono un negoziato, ma quando lo sostengono. Da sole, rischiano di ridursi solo a uno sfogo. Non c’è titubanza, men che meno acquiescenza, nell’atteggiamento della CISL: al contrario, la volontà di svolgere fino in fondo il proprio ruolo, che non può mai essere solo quello di “apparire”, mettendo davanti a tutto la propria “visibilità” – dichiara la segretaria generale Cisl Scuola Ivana Barbacci nel suo editoriale di dicembre.
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