Una legge di bilancio con più ombre che luci: è questo in sintesi il giudizio dei sindacati scuola più rappresentativi
Alle molteplici perplessità della Flc-Cgil vanno aggiunte le posizioni altrettanto critiche di Cisl-Scuola e Uil-Scuola
Per il sindacato di Maddalena Gissi (Cisl) ci troviamo di fronte ad una legge di bilancio che “non guarda lontano” nonostante le diverse misure relative alla scuola.
“Nella legge – sottolinea Gissi – non viene delineato un progetto di ampio respiro per la scuola italiana, come sarebbe stato auspicabile; si perde invece l’occasione per avviare a soluzione problemi strutturali del nostro sistema, resi più evidenti dall’emergenza pandemica”.
Secondo Cisl Scuola “manca anzitutto l’investimento di risorse per riconoscere in modo adeguato, in termini economici, la professionalità del personale, sempre richiamata in tante dichiarazioni. Con le risorse finalizzate ai contratti non vi è alcun margine di recupero significativo per gli stipendi del settore scuola, destinate dunque a rimanere tra le più basse nell’intera pubblica amministrazione”.
Molto critica Maddalena Gissi anche sulla diminuzione del numero di alunni necessari per mantenere l’autonomia scolastica (per il 2021/22 il tetto si abbassa da 600 a 500): “Ci chiediamo che senso abbia ipotizzare interventi sulla rete scolastica di efficacia temporale così limitata”.
E per quanto riguarda i 25mila posti di sostegno, il sindacato della Gissi non si mostra per nulla soddisfatto perché le assunzioni verranno effettuate tramite “l’ennesimo concorso e non, come sarebbe più opportuno ed efficace” mediante “una procedura per titoli che valorizzi il possesso della specializzazione, conseguita in esito a un percorso altamente selettivo”.
Netta contrarietà della Cisl anche sulle attività formative obbligatorie per il personale non in possesso del titolo di specializzazione (25 ore) in quanto il tema avrebbe dovuto essere ricondotto per sua natura nell’ambito delle relazioni sindacali.
Lapidario il giudizio di Pino Turi, segretario nazionale di Uil-Scuola: si tratta di “una finanziaria elettorale senza elezioni”.
“Per la scuola – spiega Turi – abbiamo interventi che danno risposte più alle richieste di lobby trasversali convinte dalle sirene del privato-è-bello che per il sistema nazionale di istruzione. Si continua a finanziare in modo surrettizio le scuole paritarie e non per dare il legittimo supporto derivante dalla pandemia ma per elargire finanziamenti incostituzionali, nascosti sotto la foglia di fico del sostegno”.
Su alcune misure Pino Turi non risparmia toni ironici: “Mentre misure strutturali restano totalmente inevase, si prevede l’introduzione del Jazz nei licei musicali, e delle équipe formative dei docenti nei territori. Come dire, la ciliegina senza la torta”.
“La buona notizia per cui non ci sono tagli – conclude il segretario generale della Uil Scuola – è offuscata da uno spreco di risorse, peraltro a debito, che nulla hanno a che fare con un disegno organico di rilancio del sistema scolastico”.
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