La Tecnica della Scuola lo scrive da tempo: il ministro Patrizio Bianchi è alla ricerca di fondi per il rinnovo del contratto della scuola. Adesso anche i sindacati si arrendono all’evidenza: la Legge di Bilancio non contiene finanziamenti mirati a potenziare e valorizzare il personale scolastico. Nemmeno i 18 miliardi (su 33 complessivi considerando Università e Ricerca) dell’Unione europea, attraverso il Pnrr, serviranno a questo scopo. A dirlo, senza giri di parole, è stato Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, che parla di “una brutta sorpresa per la scuola”, perchè “nel testo bollinato della Legge Finanziaria dei 33 miliardi della manovra andranno al sistema nazionale di istruzione” la miseria di “260 milioni di euro”.
Rinnovo del contratto amaro?
È una quota, osserva il numero uno della Uil Scuola, “che non garantirà nemmeno gli aumenti contrattuali attesi” da tre anni.
Quindi, in pericolo vi sarebbero anche i famosi aumenti a tre cifre, di poco superiori a cento euro medi a lavoratore, poiché nella scuola una parte dei finanziamenti pubblici per il rinnovo del contratto verranno assorbiti da “voci” che altri comparti non hanno, come la perequazione (a salvaguardia degli stipendi più ridotti, assegnati agli Ata, ai precari e ai neo-assunti, che altrimenti si “staccherebbero” ulteriormente dagli altri) e l’indennità di vacanza contrattuale.
Meno alunni per classe senza aumentare i prof
Turi non nasconde la delusione, perché si tratta di non-provvedimenti che “mortificano la scuola”, alla quale vengono “riservati solo interventi di natura programmatica – tutti rigorosamente a costo zero. Un esempio tra tutti l’inserimento della previsione di una riduzione del numero di alunni per classe senza che venga previsto un organico a copertura di tale decisione”.
Il sindacalista Confederale parla di “un futuribile senza soldi e senza personale. Allo stesso modo si procede per l’educazione fisica, annunciata ma da realizzare a ‘invarianza di organico’, senza ulteriori finanziamenti”.
Anche dal Recovery fund nessun sostegno ai lavoratori
Il segretario generale parla anche dalla “quota parte delle somme del PNRR, 17 miliardi di euro”: ebbene, “quelle somme – precisa Turi – andranno a finanziare interventi strutturali legati a palestre, asili, Its formazione. Non andranno alle persone, quelle che con il loro lavoro, fanno funzionare il sistema. Diciamolo chiaramente: i soldi per la scuola non ci sono”.
Secondo Turi, in conclusione, assistiamo ad un “vuoto di azione politica in un settore che tutti ritengono decisivo per il futuro del Paese, a parole – conclude Turi – La definizione dei capitoli di bilancio della Legge Finanziaria pone l’urgenza e l’opportunità di un momento di verifica tra obiettivi dichiarati e scelte di Governo. Ogni soggetto coinvolto dovrà assumersi le proprie responsabilità”.
Arrivare a 102 euro di aumento non sarà facile
Nei giorni scorsi, su questa testata avevamo scritto che i tecnici ministeriali avrebbero intenzione di “garantire un aumento medio al personale docente di circa 101-102 euro a testa”.
“Ma, attenzione, perché per ottenere questo risultato ci vorrà un passaggio contrattuale che consenta di usare una quota consistente di questo importo per aumentare la retribuzione professionale docente che va ad aumentare lo stipendio tabellare”.
Insomma, le difficoltà sul rinnovo del contratto rimangono tutte in piedi. E il tempo per risolverle, trovano i fondi necessari, sta praticamente scadendo.