Dove sono i tre miliardi che la Legge di Bilancio 2020 doveva riservare alla scuola? Ad oggi, è probabile che ci sia ben poco di quella somma, indicata dal ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti come una minima base di partenza per risollevare il settore.
A confermare la mancanza di risorse per la scuola nella legge economica di fine anno, e tutta la delusione che ne consegue, è stato lo stesso responsabile del Miur, durante la sua visita a Milano alla fiera della formazione Expo Training.
“Vi confesso – ha detto il 24 ottobre Lorenzo Fioramonti – che attualmente sono un po’ preoccupato perché nella prima versione della legge di bilancio le risorse sono molto inferiori a quello di cui c’è bisogno e rispetto a quello che era stato immaginato”.
Fioramonti rivela: “nelle carte che abbiamo visto, non sembrano esserci, a nostro parere, le risorse sufficienti per la scuola”.
Il titolare del Miur già nei giorni scorsi si era detto deluso, dopo avere confessato alla Tecnica della Scuola che due terzi dei due miliardi destinati alla scuola sarebbero stati utilizzati per gli aumenti stipendiali: un’operazione che, sommando i fondi stanziati con la Legge di Bilancio dell’anno passato, avrebbe prodotto almeno 100 euro medi nelle buste paga di ogni lavoratore.
Alla domanda se si arriverà allo scontro nel governo, il ministro ha risposto con una certa diplomazia: “Io continuerò ad impegnarmi fino a quando ci sarà la possibilità e il tempo in questa fase della redazione della legge di bilancio, che prevederà anche un passaggio parlamentare importante, affinché scuola università e ricerca vengano prima”.
“Questo perché – ha continuato – sono il vero investimento per il futuro. Dobbiamo recuperare un gap decennale e rispetto agli altri paesi europei, non possiamo permetterci di non cogliere questa grande opportunità”.
Fioramonti guarda al futuro con moderato ottimismo: “Il processo di redazione della legge di bilancio è complesso. Prevede una serie di passaggi, siamo in una fase molto evolutiva quindi confido che nelle prossime settimane si possano trovare risorse importanti per la scuola, la formazione e la ricerca, vero volano dello sviluppo economico di una economia avanzata”.
“Abbiamo bisogno di un investimento coraggioso sulla scuola, sull’università e sulla ricerca – ha concluso -. Rimango fiducioso che entro la fine di questa fase di bilancio, che si chiuderà a dicembre, ci potrà essere una svolta”.
Per il momento, quindi, Fioramonti non parla di dimissioni nel caso non arrivasse la cifra richiesta: quelle che, invece, aveva minacciato qualche settimana fa. Del resto, le dimissioni si danno, non si annunciano.
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