Che nessun DS perderà il posto francamente poco ci interessa visto il numero elevato di reggenze (scuole prive di DS), che il numero dei posti messi a concorso nel 2023 per i DS potrebbe diminuire, altrettanto; quello che più ci interessa è che il sistema territoriale delle scuole italiane sarà sconvolto da un taglio che nella migliore delle ipotesi sarà di 700 scuole e nella peggiore di 800, (10% del totale) oggi le scuole sono 8000, solo in Sicilia saranno tagliate in quella che viene chiamata razionalizzazione della rete scolastica (sic!), ben 100 scuole.
Noi oggi sappiamo che una delle cause della cattiva gestione delle scuole è l’alto numero di alunni e la dislocazione degli istituti in territori molto vasti situato in comuni diversi tra loro distanti anche in province diverse.
Purtroppo questa stretta favorirà il fenomeno del cannibalismo scolastico che mette le scuole una contro l’altra armate con l’allestimento di vetrine educative che a volte si riducono a vuoti spot pubblicitari.
Questo significa che scompariranno le scuole di prossimità e che gli studenti di tutte le età saranno costretti a raggiungere da pendolari scuole di altri paesi in quanto la scuola del loro paese a volte dopo più di 100 anni sarà chiusa.
Non solo, escono a pezzi anche gli insegnanti. I 150 milioni di euro che erano stati individuati in fase di accordo non andranno più a tutti i docenti, mentre l’inflazione ormai al 12% sarà ricompensata, come per tutti gli statali, per 2023 da una tantum pari all’1,5% dello stipendio lordo.
Ma ciò che andrà a confermare l’appiattimento retributivo a fronte di oneri sempre crescenti è che nella legge di Bilancio 2023 non ci saranno i fondi per il rinnovo dei contratti della PA quindi anche quelli per gli insegnanti.
Questo vuol dire che il contratto 2022/24 nella migliore dell’ipotesi potrà essere firmato tra 3/5 anni, nella peggiore potrebbe andare in cavalleria.
Un altro dato preoccupante è che malgrado le parole del Ministro, in audizione l’altro ieri alle 14,30 presso le settime Commissioni Cultura di Camera e Senato, sul fatto che gli Organici di diritto 2023/24 resteranno invariati pur con il decremento del numero degli alunni, nulla di tutto ciò si trova scritto in legge di Bilancio e questo potrebbe dare una sforbiciata agli organici.
Associazione Bene Comune