Irene Manzi, deputata e capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio, ha diffuso un comunicato stampa in cui si è scagliata duramente con i fautori della rimodulazione del bonus 18App, così come contenuto in un emendamento della Legge di Bilancio firmato dal presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone (FDI) e dall’onorevole Rossano Sasso (Lega), sottosegretario all’Istruzione nella precedente legislatura e in generale con chi ha stilato la Legge di Bilancio.
La Manzi ha parlato dei problemi che affrontano quotidianamente gli studenti, sottolineando che nella manovra non si è fatto nulla per arginarlo: “‘Basta sono indegna’. ‘In classe non respiro’. Sono le parole di Beatrice, Eleonora, Polly. Sono le testimonianze di un disagio crescente che tocca gli adolescenti ed i più giovani, un’emergenza a cui non si può non fare fronte con un’azione trasversale che tocca più ambiti non solo l’istruzione”.
“E di fronte ad una emergenza come questa il Governo taglia fondi all’istruzione e interviene su 18App, festeggiando con spirito ideologico la riscrittura e l’abolizione. Una misura pensata come forma di ingresso universale alla cittadinanza trasformata in una concessione benevola dall’attuale Governo di destra”, ha aggiunto.
La deputata ha fatto un’ennesima riflessione sulla questione del merito, che il Pd ha osteggiato fin dal cambio di denominazione del dicastero di Viale Trastevere: “Allora mi chiedo: ma quei ragazzi che sono in difficoltà che, a prescindere dal reddito della propria famiglia, in questo momento avrebbero ancor più bisogno di sostegno, di investimenti anche culturali oltre che nell’istruzione, in quale categoria devono essere collocati? Quella del merito o del demerito? Chi resta indietro -per appartenenza familiare, per difficoltà, per disagio- in quale categoria si colloca per questa maggioranza di Governo? E’ destinato a rimanere inesorabilmente indietro?”.
Infine, la Manzi ha discusso proposito del vincolo all’obbligo scolastico della percezione del Reddito di Cittadinanza per i giovani contenuto in un emendamento alla Legge di Bilancio della Lega che è stato approvato.
“Forse questo tema non vi interessa dal momento che decidete -con un emendamento alla legge di bilancio approvato in Commissione- di condizionare all’assolvimento dell’obbligo scolastico la percezione del reddito di cittadinanza per i più giovani. Senza intervenire sul perché questo obbligo non è stato assolto”, ha detto. Insomma, per la Manzi bisognerebbe intervenire alla radice.
“In questa legge di Bilancio mancano gli investimenti nella Cultura: nella scuola, nelle università, nell’educazione 0-6 anni. Questa, purtroppo, non è una manovra per giovani. Non è una manovra che investe sulla crescita e sul futuro del Paese. Abbiamo provato a migliorarla nelle lunghe giornate e serate passate in Commissione Bilancio. Non ci avete ascoltato e con la manovra che oggi discutiamo in quest’Aula fate un torto al Paese e al suo futuro”, questo il duro commento della capogruppo Pd in commissione Cultura.
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