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Legge di Bilancio, per Cisl risponde alle urgenze ma su scuola e blocco parziale del turnover Pa non ci siamo. Altri sindacati più perplessi

La Legge di bilancio 2025 approvata dal Governo contiene disposizioni apprezzabili, come l’innalzamento della soglia del taglio del cuneo fiscale e il bonus per i nuovi nati, ma anche altre da migliorare e sicuramente sulla scuola non ci siamo: i tagli al personale Ata vanno cancellati. Come pure la mancata copertura completa del turn over in tutta la Pa. È il giudizio espresso dalla Cisl in audizione presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Il 4 novembre il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, ha detto che “pur riscontrando, a nostro giudizio, alcuni aspetti migliorabili e da modificare, il disegno di legge risponda in modo significativo a diverse urgenze dei lavoratori, delle famiglie e del sistema socio-economico nel suo complesso”.

Tra i punti su cui chiede di intervenire, il sindacato Confederale “si oppone al taglio strutturale degli organici nella scuola ed al blocco parziale del turnover nella Pa, nell’Università e nella Ricerca”. Dice no anche al taglio sul fondo automotive. Ritiene fondamentale “aprire il confronto su una riforma organica della previdenza per introdurre maggiore flessibilità”, quindi più opportunità di anticipare l’età pensionabile, oltre che  “sostenibilità sociale e inclusione, specialmente per giovani e donne”.

Per Ganga è anche “rilevante lo stanziamento per i rinnovi contrattuali dei lavoratori dei comparti pubblici per il triennio 2025-27” e sul capitolo pensioni “accoglie con favore il ripristino dell’indicizzazione delle pensioni all’inflazione secondo le regole precedenti, il rifinanziamento dell’Ape sociale, la proroga di Quota 103 e di Opzione donna“. Ma sulle pensioni minime sostiene che “si debba fare di più”.

Il sindacalista, inoltre, spende parole positive sulla “decisione di rendere strutturale e di elevare la soglia del taglio del cuneo fiscale e contributivo, intervento che sosteniamo da anni e che coinvolge oltre 14 milioni di lavoratori con reddito fino a 40.000 euro“.

Per la Cisl è buona anche la notizia della “conferma della defiscalizzazione al 5% per i salari legati alla produttività e al welfare contrattato”.

Pollice verde anche “sull’assegno per i nuovi nati di 1.000 euro per i nuclei con Isee fino a 40mila euro, nonché il rafforzamento dei congedi parentali, del bonus asili nido“.

Per quanto riguarda welfare e pubblico impiego, la Cisl “valuta positivamente l’incremento degli investimenti sulla sanità, con un aumento complessivo di 2,3 miliardi per il 2025, da incrementare ulteriormente per favorire assunzioni e stabilizzazioni del personale sanitario”.

Tra le confederazioni audite, sempre il 4 novembre, c’era anche Cisal: nella delegazione era presente Daniela Rosano, segretaria generale Anief, la quale si è soffermata sui provvedimenti vicini all’Istruzione, in particolare alla Scuola.

“Rispetto al disegno di legge di Bilancio 2025 – ha fatto sapere Rosano -, Anief ha chiesto stipendi allineati all’inflazione, parità economica e giuridica tra precari e docenti di ruolo, valorizzazione EQ – ATA, docenti sostegno, middle management, indennità trasferta, pensione a 61 anni, riscatto gratuito degli anni formazione, mobilità senza vincoli, organico di fatto allineato a quello di diritto, doppio canale di reclutamento che includa gli idonei e i precari storici, maggiori risorse per la scuola”.

Il sindacato guidato da Marcello Pacifico ha preparato anche una memoria, consegnata ai parlamentari, che contempla tutte le proposte elencate.

Riportiamo alcuni passaggi centrali. “Se lo stanziamento appare tra i più incisivi in termini di investimenti degli ultimi anni, si rimarca come: soltanto nel 2030 sarà coperto l’aumento dell’inflazione certificata nell’ultimo triennio (16 punti), rimanendo scoperto l’assorbimento del tasso di inflazione programmato per il sessennio prossimo (2025/2030); la media degli stipendi del personale scolastico in media risulterà ancora essere un terzo inferiore a quella dei restanti dipendenti della pubblica amministrazione, lontana dalla media europea, specialmente a fine carriera”.

“Serve, pertanto – scrive ancora l’Anief – allineare fin da subito l’indennità di vacanza contrattuale, al netto degli anticipi erogati per il triennio 2022-2024, ai limiti imposti della legge (50% IPCA), nella misura del +4,15% mensile rispetto all’assegno in godimento (6 miliardi) ed estendere al personale scolastico amministrativo l’utilizzo dei fondi del MOF aumentati come salario accessorio per il solo personale docente. Inoltre, servono risorse aggiuntive per garantire nel CCNL la parità di trattamento giuridica ed economica tra personale a tempo determinato e di ruolo, ai sensi della direttiva 70/99 e a seguito del deferimento dell’Italia nella procedura PILOT 4231/2014 attivata dalla Commissione europea. Infine, servono risorse aggiuntive per coprire per il personale scolastico anche l’anno 2013 ai fini della progressione di carriera e della pensione dopo la pronuncia della Cassazione, per finanziare la formazione permanente del personale, ad oggi, lasciata forfettariamente alla contrattazione integrativa, per recuperare il primo gradino stipendiale (fascia 3/8) cancellato nel 2011”.

Alessandro Giuliani

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