Il 24 dicembre è stata approvata dalla Camera la legge di Bilancio 2023. La legge sarà approvata tale e quale al Senato.
La Scuola come la Sanità sono i settori che hanno dimostrato tutta le loro criticità con il Covid, ne escono molto male.
Pensate che si prevede un rapporto spesa sanitaria pubblica/PIL del 6,1%, Francia e Germania 9%, media UE 7,9%. Quindi un invito ai cittadini per chi può a rivolgersi alla struttura privata, cresceranno le liste di attesa e gli ospedali si svuoteranno di medici. Si privatizza il diritto alla salute.
Ma ritorniamo alla scuola dove si privatizza il diritto allo studio. Mentre il ministro Giuseppe Valditara straparla di futuri aumenti stipendiali per gli insegnanti italiani, non è stato stanziato un euro per i contratti pubblici 22/24 e così noi avremo il prossimo contratto al minimo solo tra tre anni se non quattro. Ricordo che le risorse per i Contratti si mettono nelle annuali Leggi di Bilancio non in ipotetici futuri quanto improbabili Decreti per la Scuola di cui parla Ivana Barbacci segretaria generale Cisl Scuola.
E mentre i DS protestano perché per loro non è stata prevista un adeguamento delle loro retribuzioni agli altri manager pubblici, le scuole nei prossimi sette anni si ridurranno al ritmo del 2% ad anno con studenti che saranno costretti a spostarsi per raggiungere le scuole, l’Italia è piena di comuni montani.
Ma a fronte di questi tagli alla scuola, la legge di bilancio cosa fa? Un bel regalo alle scuole paritarie. Per i prossimi tre anni a titolo di contributo lo Stato elargirà 30 milioni all’anno ai proprietari delle scuole paritarie.
Lo Stato chiude la scuola nel comune x e lì il privato la riapre, un messaggio come nella Sanità a rivolgersi alla struttura privata.
Inoltre, si fa un gran regalo ai diplomifici che potranno vendere i titoli di studio ai percettori di reddito di cittadinanza, un’altra bella idea di Valditara affinché il privato faccia soldi sui poveri.
Vergogna sì ma vergogna di Stato.
Associazione Scuola Bene Comune
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