La Legge di Bilancio 2025 “è una fotocopia sbiadita di quella dell’anno scorso. Una manovra di galleggiamento, senza visione: dimostrano di non sapere dove portare il Paese. Non ci sono investimenti per la crescita, nessun effetto espansivo, nulla sul costo dell’energia, che sta facendo perdere competitività alle imprese, nulla sul trasporto pubblico locale e sulla scuola, per la terza volta di fila”. Sono parole di forte critica quelle pronunciate da Elly Schlein, a ‘La Stampa’, riguardo la Legge di Bilancio del 2025 in fase di studio e in vista dell’approvazione di fine anno: una posizione in linea con quella espressa da diversi sindacati, a partire dalla Cgil che medita lo sciopero generale cercando però consensi con altre organizzazioni, mentre la Flc guidata da Gianna Fracassi ha già deciso di proclamare la massima forma di protesta l’ultimo giorno di ottobre.
Per il personale del pubblico impiego, scuola in testa, si sta cercando di capire quante risorse saranno effettivamente inserite nella legge di fine anno e se effettivamente sono stati già stanziati anche altri 3 miliardi per il contratto collettivo successivo, il 2025/27, come ha anticipato il ministro Giuseppe Valditara nel giorno di inaugurazione di Didacta Italia a Bari.
“Le anticipazioni sono inquietanti. Meloni ha dato i numeri sulla sanità, confermando che abbiamo ragione sul fatto che con lei si tocca il minimo storico degli ultimi 15 anni quanto a investimenti. L’altro grande bluff è quello su banche e assicurazioni, che anticiperanno solo tasse già dovute. E poi c’è la tassa Meloni, confermata l’altro giorno da Giorgetti, che ha ammesso l’intenzione di aumentare le accise sul diesel”.
“Abbiamo il primo presidente del Consiglio donna, e Meloni sa perfettamente cosa succede sui territori quando tagli su sanità, scuola e pensioni: sa che la conseguenza è che il carico di cura rimane tutto sulle spalle delle famiglie, soprattutto sulle donne che rimangono indietro dal punto di vista economico e professionale. Questo non solo non è giusto, è anche antieconomico”.
E ancora: “Anche oggi – ha continuato a numero uno dei dem – Giorgia Meloni ci regala la sua dose di vittimismo quotidiano. Ormai fa solo questo, vittimismo a oltranza e disastri quotidiani. Si è chiusa nei palazzi da due anni e parla con le persone solo via social. Mentre il suo governo taglia la sanità pubblica e i fondi all’istruzione, lei se la prende con il partito democratico”.
Alla domanda se il Pd presenterà emendamenti comuni al fronte del Centro-Sinistra e dell’opposizione, la numero uno dei dem ha detto che “questa è l’intenzione, come abbiamo fatto già lo scorso anno. Del resto lavoriamo insieme su vari fronti, come sulla crisi dell’automotive, eravamo insieme in piazza con i metalmeccanici, su Stellantis abbiamo presentato una mozione unitaria. Noi del Pd siamo sempre testardamente unitari”, ha concluso Schlein.
Anche Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs, si lascia andare a dichiarazioni pesanti contro l’operato del Governo Meloni: “Un governo che decide multe per i giornalisti che pubblicano notizie, che abolisce l’abuso d’ufficio compromettendo inchieste delicate come quelle sulla corruzione, che demolisce lo strumento delle intercettazioni, facendo un grande favore a corrotti e mafiosi, e che manda in carcere studenti e lavoratori che protestano per la perdita del lavoro o per il degrado della scuola”.
“Ora – continua Bonelli – il governo vuole neutralizzare la magistratura, colpevole di aver applicato una sentenza della Corte di Giustizia Ue, mentre il ministro della Giustizia minaccia provvedimenti contro i giudici”. Lo dichiara
“La televisione di Stato – conclude Bonelli – si è trasformata nel megafono di questo governo, come dimostrato drammaticamente dal servizio del Tg1 di ieri sera con Salvini e come denunciato dal Crd della testata. Abbiamo superato ogni limite e siamo oltre al modello Orban: è necessaria una mobilitazione per difendere le nostre istituzioni democratiche”.