Intervistiamo la prof ssa Elvira Serafini segretaria generale dello Snals a pochi giorni dallo sciopero indetto dai sindacati per venerdì prossimo 10 dicembre.
Sciopero e sue ragioni, legge di bilancio 2022, rinnovo del contratto di lavoro e risorse, difficoltà di partecipazione da parte di una categoria oramai refrattaria alla mobilitazione e allo sciopero e infine vincoli nella mobilità tra norma e contratto sono gli argomenti dell’intervista alla prof.ssa Serafini dal 2017 alla guida del più antico e importante sindacato autonomo della Scuola.
Lo Snals è stato molto critico, al pari di tutti gli altri Sindicati della Scuola, sulla Legge di Bilancio per quanto prevede o meglio per quanto non prevede per la Scuola e per il suo personale.
Il suo sindacato come gli altri, ad eccezione della Cisl Scuola, ha dichiarato lo sciopero per venerdì 10, ci può chiarire perché gli insegnanti e il personale ATA dovrebbero scioperare?
I motivi dello sciopero sono tanti ma fondamentalmente un’azione forte come lo sciopero si usa quando la misura è colma e la controparte ha disatteso nei fatti gli impegni sottoscritti . Con la legge di bilancio per il 2022 le risorse stanziate per la scuola non consentono , come promesso, la valorizzazione del personale della scuola, nonostante le dimostrate capacità di sostenere il peso che ha avuto sulla didattica la pandemia.
Nella mobilitazione prima e nello sciopero dopo, si contesta la Legge di Bilancio 2022, ora al vaglio del Senato, in rapporto al rinnovo del Contratto Scuola 19/21 di cui manca ancora l’atto di indirizzo.
Quindi come può la Legge di Bilancio 2022 riguardare il contratto scaduto nel 2021?
La legge di bilancio avrebbe potuto destinare una parte significativa della manovra di 33 miliardi per incrementi stipendiali che avviassero almeno un percorso di avvicinamento alle retribuzioni medie di altri settori del pubblico impiego, distanti da quelle del personale della scuola di almeno 350 euro . Invece gli aumenti conseguibili con gli stanziamenti previsti garantiscono appena 50 euro medi netti mensili.
Ultimamente la percentuale di adesione agli scioperi nella Scuola si è alquanto ridotta. Non le pare che in questi ultimi anni, almeno dallo lsciopero del 5 maggio 2015 contro la Buona Scuola, sia venuta meno la capacità del Sindacato di mobilitare e di portare allo sciopero i lavoratori della scuola?
Il coinvolgimento totale dei lavoratori si realizza e si consolida quando le loro condizioni di vita raggiungono livelli insostenibili. La situazione attuale dimostra che la scuola non è considerata degna di investimenti strategici , non è riconosciuta nel suo ruolo sociale di emancipazione e crescita dei nostri studenti . Siamo stati costretti ad usare l’arma dello sciopero per costringere il Governo a prendere atto della drammaticità delle attuali condizioni della scuola e dei lavoratori che vi operano .
Recentemente la segretaria generale della Cisl Scuola Maddalena Gissi, contraria allo Sciopero del 10, ha dichiarato che il Sindacato sta trattando con il Ministero per superare i vincoli nella mobilità attraverso una revisione contrattuale senza il superamento per via parlamentare della Legge 159 del 2019 e in particolare i commi 17 octies e novies dell’art.1. Come stanno realmente le cose?
Noi riteniamo che la legge debba riportare l’intera materia della mobilità alla contrattazione dando così modo alle parti di introdurre nuove norme che eliminino ogni vincolo. Il blocco della mobilità finora ha rappresentato solo una inutile compressione dei diritti dei lavoratori . Le deroghe annuali non risolvono il problema. Solo restituendo la mobilità alla contrattazione si possono garantire le migliori condizioni di crescita professionale e di garanzia dei diritti per i lavoratori della scuola.
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