I primi effetti della proclamazione dello stato di agitazione proclamato dai sindacati scuola (ad eccezione della Cisl Scuola) si sono visti nella giornata del 16 novembre: al tavolo per l’apertura del contratto integrativo sulla mobilità si è presentato solamente il sindacato di Maddalena Gissi, tutti gli altri hanno preferito non partecipare, in attesa che la situazione si chiarisca.
Nella stessa giornata, però, si è svolto il previsto incontro fra le confederazioni e il presidente del Consiglio Draghi.
Al termine dell’incontro il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha dichiarato: “Abbiamo registrato la disponibilità al confronto” aggiungendo che si proseguirà nei prossimi giorni con incontri che riguarderanno “le possibili modifiche alla legge di bilancio nei capitoli sulle donne, giovani e lavoratori precoci, ma riguarderanno anche l’impegno ad avviare un confronto per una riforma complessiva della legge Fornero”.
Assente nei comunicati della Cgil, la scuola viene invece richiamata dal segretario generale della Cisl Luigi Sbarra che riferisce dell’incontro avuto con Draghi, Brunetta (Funzione Pubblica), Orlando (Lavoro) e Franco (Economia) nel corso del quale “sono stati affrontati i temi più rilevanti della legge di bilancio a partire da fisco, pensioni e scuola”.
“La Cisl – sottolinea Sbarra in una nota indirizzata alle strutture del suo sindacato – ha inoltre sollevato l’esigenza di migliorare la legge di bilancio sul tema della scuola dal momento che la norma finanziaria non è coerente con i contenuti del patto sottoscritto a Palazzo Chigi, considerato che non stanzia adeguate risorse e non libera le giacenze a disposizione del ministero per sostenere i processi di valorizzazione del personale, per il rafforzamento degli organici e sulle misure a favore delle infrastrutture educative”.
Intanto, nella mattinata di giovedì 18 è in programma un incontro fra il ministro Bianchi e i sindacati scuola per discutere proprio delle misure relative alla scuola contenute nella legge di bilancio.
Non c’è da aspettarsi modifiche risolutive alla manovra, forse potrebbe esserci qualche ritocco. Alla fine potrebbe sparire il riferimento alla “dedizione all’insegnamento” come parametro per riconoscere aumenti stipendiali ai docenti. Anche perché, per la verità, a Viale Trastevere e alla Funzione Pubblica nessuno è in grado di spiegare con precisione cosa sia la “dedizione” e come la si possa misurare o anche solo definire e individuare.
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