L’incontro con i sindacati scuola convocato dal ministro Patrizio Bianchi per le 17.30 di mercoledì 17 si preannuncia difficile e forse addirittura burrascoso.
Si parlerà delle misure per la scuola contenute nella legge di bilancio.
Cisl Scuola sta già mettendo le mani avanti e sostiene che il testo della legge “non dà efficaci risposte ai problemi, più volte evidenziati, del sistema di istruzione e formazione, né consente di avviare politiche significative di valorizzazione delle professionalità che vi operano, in totale incoerenza rispetto ad annunci e impegni sottoscritti nel Patto del 24 agosto per la scuola al centro del Paese”.
“Rimangono del tutto insufficienti le risorse per il rinnovo contrattuale – afferma la segretaria generale Maddalena Gissi – e si ripropone per la scuola una logica di interventi a costo zero che non risolvono le criticità esistenti, rischiando addirittura di aggravarle”
Secondo Pino Turi, segretario generale di Uil Scuola, si tratta di una convocazione tardiva.
Sostiene Turi: “Si annunciano investimenti miliardari per la scuola (quelli del PNRR) ma nella Legge di Bilancio (bollinata) dove si stanziano le risorse per il personale, si mantiene una inconciliabile disparità di trattamento tra settori dello Stato (Scuola e PA) e nello stesso settore di negoziazione (tra Scuola, Università e Ricerca)”.
“Ministro – aggiunge il segretario della Uil Scuola – questa scuola che lei vuole ‘affettuosa’ ha bisogno di misure urgenti: sia quelle che richiedono un braccio di ferro con il Tesoro (contratto) sia quelle a costo zero (ad es. vincolo)”.
Durissima la presa di posizione della Flc Cgil che parla di “scuola umiliata” affermando anche che “ci sono tutte le condizioni per la mobilitazione generale delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola a partire dall’indizione dello stato di agitazione”.
“Il testo della legge di bilancio – si legge nel comunicato del sindacato di Francesco Sinopoli – contiene un’inedita congerie di errori, omissioni e peregrine considerazioni a carico del personale che il Ministro e il Governo dovrebbero subito deprecare e cancellare”.
Il comunicato non lesina qualche battuta sarcastica: “Le risorse in manovra per una vera valorizzazione del personale docente non solo sono insufficienti, ma addirittura gravate da ipoteche ideologiche e lesive della libera contrattazione fra le parti negoziali, dal momento che i quattro spicci che si ‘concedono’ devono essere erogati esclusivamente a quel personale che mostra ‘dedizione’ al lavoro. Dopo il metro e il chilo, ora abbiamo la dedizione. Una definizione patetica che richiama la fallimentare stagione renziana, un insulto a chi lavora ogni giorno e ha dimostrato nella pandemia quanto sia centrale il lavoro a scuola per il Paese”.