Proseguono secondo i programmi le azioni di protesta (scioperi regionali, manifestazioni territoriali, presidi) che Cgil e Uil hanno messo in campo per rivendicare modifiche significative alla legge di bilancio all’esame del Parlamento.
Presente alla manifestazione svoltasi a Napoli nella giornata del 1° dicembre, il leader della Cgil Maurizio Landini ha parlato della necessità di affrontare il problema dei salari e delle pensioni che non sempre consentono a tutti di arrivare con tranquillità a fine mese.
“Ma – ha aggiunto Landini – c’è un problema, altrettanto importante, quello di impedire che i nostri giovani se ne vadano via dal Paese e in particolare dal Mezzogiorno”.
“Per fare questo – ha detto Landini – bisogna investire, creare occasioni di lavoro e investire anche sulle infrastrutture sociali. Penso alla sanità che non funziona e che ha bisogno di investimenti, penso alla scuola, all’istruzione e da questo punto di vista è evidente che noi non vediamo segnali che vanno in questa direzione, anzi, si stanno facendo tagli nella sanità, non si stanno facendo gli investimenti necessari e soprattutto non si vanno a prendere i soldi dove c’è bisogno di andarli a prendere, là dove sono, dove c’è l’evasione fiscale, dove ci sono stati degli aumenti dei profitti che non hanno precedenti nella storia del nostro Paese mentre si continua a fare cassa sui poveri e sugli ultimi”.
“Siamo solo all’inizio di questa mobilitazione – ha concluso il segretario generale della Cgil – perché oltre a cambiare la legge di bilancio, noi vogliamo cambiare quelle leggi sbagliate che sono state fatte in questi anni e vogliamo fare quelle riforme di cui il nostro Paese ha bisogno”.
Al Senato, intanto, l’esame della legge di bilancio procede senza sosta anche se – a leggere i resoconti – parlamentari sembra che gli spazi per cambiare, anche solo di poco, la manovra finanziaria del 2024 sono davvero molto esigui.
Per quanto riguarda la scuola, in particolare, è davvero difficile pensare che ci possano essere altri interventi oltre a quelli (pochi) già previsti.
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