I tagli che il Governo ha previsto per tutti i comparti del pubblico impiego non risparmiano l’Istruzione: La Tecnica della Scuola lo aveva anticipato a inizio ottobre scrivendo che “il Governo Meloni si appresta ad applicare una stagione di spending review applicata ai comparti pubblici, Scuola compresa, che prenderà il via con la Legge di Bilancio 2025 per concludersi nel 2027, a fine legislatura”. E così sembra stia andando. Il testo approvato dal Consiglio dei ministri prevede infatti non solo riduzioni comuni, come la mancata copertura del turn over, con i nuovi dipendenti che non andranno più a coprire almeno il 100% di coloro che lasciano il servizio, ma anche inaspettate riduzioni di organico. Dopo diversi anni di calo demografico e di alunni presenti nelle scuole, al ritmo di oltre 100.000 iscritti in meno l’anno, i governi erano riusciti a mantenere il contingente nazionale, siamo arrivati al momento del calo di personale: quella che tempi addietro si chiamava Legge Finanziaria prevede, infatti, 5.660 docenti e 2.174 Ata in meno. Tra le disposizioni nella Legge di Bilancio 2025 che porteranno diverse lamentele non possiamo poi dimenticare il cambiamento della dicitura che indica “fino a 500 euro” di Carta del docente: una mutazione che secondo più di qualcuno è un preludio alla riduzione progressiva dell’assegno annuale fino a ridursi, entro un lustro, a meno di 400 euro annuali a docente. E anche sul rinnovo del contratto 2022/24 non sembrano essere arrivate le risorse aggiuntive, rispetto al resto del pubblico impiego, richieste da tempo dai sindacati.
Le parole del ministro Valditara
Al momento, il ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, non sembra volere commentare questi possibili tagli, ma si sofferma sugli aspetti positivi della Manovra di fine 2024.
“La mia richiesta al Governo, al ministro Giorgetti in particolare, di investire sull’assunzione di insegnanti di sostegno, è stata accolta e quindi nella legge di bilancio si prevedono risorse per l’assunzione di quei docenti precari che noi per la prima volta andiamo a specializzare”, ha sottolineato Valditara dall’Umbria, dove ha visitato una scuola a Perugia e poi una Todi, dove si è anche soffermato sull’uso “intelligente dei fondi Pnrr, con grande partecipazione degli studenti e dei docenti veramente molto motivati”.
Le preoccupazioni dell’on. Manzi (Pd)
Di tutt’altro tenore, invece, le reazioni dell’opposizione politica. “Siamo molto preoccupati per il taglio agli organici della scuola previsto in legge di bilancio – fa sapere Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd – , perché il Governo ha stabilito per il prossimo anno una riduzione di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia e di 2.174 posti del personale amministrativo tecnico e ausiliario della scuola. Altro che investimenti sull’istruzione e la tanto sbandierata valorizzazione del personale”.
La dem sostiene che dalla Manovra sono giunti “solo tagli lineari scritti nero su bianco. L’avvio caotico di questo anno scolastico all’insegna di classi sempre più numerose e segreterie scolastiche oberate da impegni sempre più gravosi avrebbe imposto altre scelte”.
Per la democratica “è del tutto evidente che il governo, alla ricerca di voci su cui risparmiare, sia partito dal personale della scuola. Una decisione vergognosa”.
“Per il resto – conclude Manzi – della manovra registriamo solo la presenza di un generico fondo sulla valorizzazione del merito (meno di 400 milioni di euro n.d.r.) di cui non si conosce la destinazione (e che già esisteva per volontà dei governi precedenti e del Partito democratico ma era stato azzerato dal governo Meloni) e l’estensione della carta docente ai precari che non è frutto della buona volontà di Valditara ma di una sentenza UE”.