Se dagli ambienti politici il Governo riceve tanti no, ma poche proposte alternative al progetto di Legge di Stabilità approvato dal Governo ed ora all’esame delle commissioni della Camera, ad indicare le strade da percorrere ed evitare così di attuare gli ennesimi tagli alla scuola (stavolta addirittura ampliando unilateralmente l’orario di lavoro dei docenti) è il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. La sua “ricetta” per reperire fondi e ridurre le spese statali è fatta di ridimensionamento dei costi della politica e delle amministrazioni, di cancellazione di enti inutili e delle municipalizzate.
Bonanni prende spunto dalle modifiche del ddl stabilità, proposte dalla Commissione Bilancio della Camera, e l’apertura del premier Mario Monti ad eventuali: il rimedio, avverte tuttavia Bonanni, non deve essere peggiore del male. Per questo invita i partiti che sostengono il governo (ma non è l’unico) “a dire, senza ricorrere alla demagogia o alle iperbole, come reperire le risorse necessarie alle variazioni da apportare alla legge di stabilità“.
Intanto, è lo stesso sindacalista (nei mesi passati considerato sul punto di lasciare la Cisl per approdare in politica) ad indicare i temi su cui lavorare: “E` necessario – dice Bonanni – confermare la riduzione dell’Irpef e proseguire con l’obiettivo di una riforma fiscale complessiva che alleggerisca il peso del fisco sui lavoratori e sui pensionati, sostenendo i redditi delle famiglie per rilanciare la domanda interna e l’economia dell’intero Paese“.
E ancora: “chiediamo poi che siano riviste le franchigie per le deduzioni fiscali a favore delle fasce sociali più deboli e che si cancellino i tagli inaccettabili alla scuola, al pubblico impiego, alla ricerca, alla sanità. Se si vuole davvero evitare l`aumento dell`Iva, che colpisce particolarmente una fascia già da risarcire come gli incapienti, i partiti riducano le spese della politica ed i livelli amministrativi, cancellando una volta per tutte gli enti inutili, le municipalizzate, dove si annidano sprechi, inefficienze e spesso ruberie“.
E ancora: “chiediamo poi che siano riviste le franchigie per le deduzioni fiscali a favore delle fasce sociali più deboli e che si cancellino i tagli inaccettabili alla scuola, al pubblico impiego, alla ricerca, alla sanità. Se si vuole davvero evitare l`aumento dell`Iva, che colpisce particolarmente una fascia già da risarcire come gli incapienti, i partiti riducano le spese della politica ed i livelli amministrativi, cancellando una volta per tutte gli enti inutili, le municipalizzate, dove si annidano sprechi, inefficienze e spesso ruberie“.
Molte delle proposte di Bonanni collimano con quelle di tanti cittadini e lavoratori. Non è un caso, del resto, che certe richieste arrivino dal segretario generale di uno dei sindacati italiani con maggiori iscritti e Rsu. La Cisl, tuttavia, ha sempre portato avanti un concetto: il sindacato faccia il sindacato, le scelte politiche toccano a Governo e Parlamento. L’impressione, però, è che ancora una volta si tenda a rimandare questi provvedimenti . Ce ne sono alcuni chiesti a furor di popolo (come l’annullamento dei finanziamenti ai partiti, la riduzione degli stipendi dei parlamentari, la cancellazione delle province, la deducibilità di tutti gli scontrini fiscali, tanto per fare qualche esempio), eppure si continuano perennemente a rimandare alla prossima legislatura.
Intanto, per far quadrare i conti si dà un’altra mazzata alla scuola e ad altri comparti pubblici di primaria importanza. Come la sanità e la ricerca. Ma può essere questa la politica ad oltranza di un Paese moderno e avanzato?