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Legge di stabilità sulla scuola: la quiete prima della tempesta?

Il silenzio assordante, del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza sui provvedimenti che riguarderanno la scuola, da inserire nella temuta legge di stabilità 2014, potrebbero essere percepiti, significativamente, come la quiete prima della tempesta.
La sensazione di quiete percepita prima che arrivi una tempesta meteorologica ha una spiegazione di carattere scientifico.
Si tratta del fatto che l’aria calda e umida viene sospinta, secondo il principio di Archimede, decisamente in alto verso le nubi temporalesche.
Poi seguendo la spirale di un moto convettivo, tipico dei fluidi, l’aria ridiscende al suolo più mite e asciutta, quindi più stabile. A questo punto si verifica il fenomeno della quiete e del silenzio assordante, che è premonitore della rottura di stabilità climatica.
Successivamente a questa percezione di calma piatta arriva la tempesta; con tuoni, lampi e pioggia interrompono la quiete e fanno sentire i rumori potenti della natura.
Da questo fenomeno climatico-scientifico, nasce il modo di dire: “la quiete prima della tempesta”, a voler significare che quando non si parla di un evento che dovrebbe avvenire, significa che questo riserverà delle sorprese eclatanti.
In buona sostanza, il silenzio e lo stretto riserbo sui provvedimenti che riguardano la scuola, da inserire nella prossima bozza di legge di stabilità, danno l’idea di una calma apparente forse anche troppo ingannevole che fa presagire rumorose proteste e contestazioni.
Quali potrebbero essere i provvedimenti capaci di creare tanto trambusto?
Alcune risposte arrivano dagli stessi sindacati che in questi giorni stanno svolgendo assemblee sindacali in tutto il territorio nazionale. Da questi incontri, tra sindacati e i lavoratori della scuola, è emerso quello che potrebbe contenere la prossima legge di stabilità.
Il primo provvedimento che creerà non pochi mal di pancia, è quello dell’affossamento definitivo degli scatti di anzianità, che non rappresenteranno più il meccanismo di avanzamento stipendiale. Con l’abolizione dei gradoni di anzianità, la progressione di carriera dei docenti non sarà più garantita per tutti, ma soltanto per chi sarà disposto a lavorare di più e con risultati di qualità.
Il governo pensa di legare l’aumento di stipendio al maggior impegno di orario di servizio del docente ma anche al risultato della performance del docente.
Quanto detto si lega inevitabilmente al tentativo di fare passare, ad un anno dalla sua totale bocciatura, l’aumento dell’orario di servizio dei docenti proposto lo scorso anno dall’ex ministro Profumo. Quindi il governo tornerebbe nuovamente a proporre, in un ambito legato alla progressione di carriera, l’aumento dell’orario di servizio fino a 24 ore settimanali.
C’è un altro tema che potrebbe trovare ospitalità nella legge di stabilità, per poi diventare oggetto di discussione per il nuovo contratto: si tratta delle ferie dei docenti che parzialmente dovrebbero essere fruite anche durante le vacanze natalizie e pasquali, oltre che in luglio e agosto. Questo provvedimento dovrebbe rendere i docenti più disponibili durante la stagione estiva, per prendere parte alle attività aggiuntive all’insegnamento e di organizzazione del lavoro, senza dovere percepire una retribuzione accessoria.
In buona sostanza si stanno studiano modi per obbligare i docenti a lavorare di più, restando a scuola tutto il giorno, come fanno gli altri dipendenti pubblici. Questo è quanto emerge dal dibattito tra sindacati e lavoratori riuniti nelle varie assemblee.
Noi attendiamo dichiarazioni ufficiali da parte del ministro Carrozza e siamo curiosi di vedere la bozza della legge di stabilità, per comprendere se questo silenzio assordante su questi particolari provvedimenti rappresenti davvero la quiete prima della tempesta.

Lucio Ficara

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