Non ci sono soldi per la scuola, neppure quelli preannunciati con il primo decreto attuativo della riforma: lo denuncia lo Snals che nel primo pomeriggio di oggi – al termine dell’incontro nel corso del quale il Ministro ha illustrato alle parti sociali i contenuti della legge finanziaria per il 2004, ha diramato un comunicato di fuoco.
"La legge finanziaria 2004 – sostiene Fedele Ricciato, segretario generale dello Snals – non prevede risorse né per il negoziato sulle sequenze contrattuali, né per il rinnovo dei contratti di comparto. Cosa ancora più grave, non ci sono le risorse necessarie per adeguare le retribuzioni, si vuole far cassa con le pensioni dei lavoratori e non si procede alla stabilizzazione del personale precario con le immissioni in ruolo".
"La situazione è estremamente grave – conclude Ricciato – e il nostro sindacato saprà trarre le logiche conclusioni. Non è esclusa, già nelle prossime ore, la proclamazione di dure azioni di lotta contro una politica che non offre prospettive di sviluppo né alla scuola, né all’Università, né al suo personale e conseguentemente alle giovani generazioni".
Meno infuocate, ma non per questo distensive, le dichiarazioni della Uil.
"Siamo fortemente preoccupati per una legge finanziaria che non prevede impegni per la scuola pubblica", dichiara il segretario generale Massimo Di Menna che aggiunge: "Ancora una volta c’è stata soltanto un’illustrazione generale di quelli che sarebbero gli intendimenti del Governo in materia di politica scolastica. In realtà su ciò che serve, nessuna risposta, nessun impegno concreto".
Di tenore analogo il commento di Daniela Colturani, segretario nazionale della Cislscuola: "Non è emersa nessuna soluzione alla drammaticità dei problemi che affliggono la nostra scuola".
Colturani parla anzi di un incontro "deludente e del tutto elusivo dei vari problemi della scuola".
"Tante parole ma nessun segnale d’interesse e di svolta", commenta infine il segretario nazionale di Cgilscuola Enrico Panini che aggiunge: "Dall’incontro di oggi con il ministro Moratti emerge che si continua a considerare la scuola pubblica un lusso per il nostro Paese. Niente investimenti. Niente immissioni in ruolo. Nessuna certezza di restituzione delle risorse economiche tolte alle scuole. Nessuna risorsa per l’attuazione della legge n. 53/2003".
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