Riuscire a mettere insieme ulteriori risorse per i prossimi contratti del pubblico impiego (scuola compresa) non sarà difficile, semplicemente sarà pressoché impossibile: la doccia fredda è arrivata nelle ultime ore.
L’ipotesi più accreditata è che ormai il Governo sia intenzionato a puntare quasi tutto sulla lotta al caro-bollette: almeno il 75% delle risorse che verranno stanziate con la legge finanziaria sarà destinato a sostenere i consumi energetici di famiglie e aziende.
Questo vuole dire che per tutto il resto ci sarà davvero poco; se la manovra dovesse attestarsi sui 50 miliardi bisognerebbe calcolarne almeno 37 per fronteggiare la crisi energetica, ne resterebbero 13 per tutto il resto ed è difficile pensare che di questi 13 ne vengano destinati alla scuola 4-5 come chiedono da tempo le organizzazioni sindacali.
Ma questo, a condizione che la finanziaria valga davvero 50 miliardi (quella dello scorso anno non arrivava a 25).
Stando così le cose è facile prevedere che per i contratti pubblici e per la scuola ci sarà davvero poco.
La situazione, insomma, è complicata e forse anche per questo il problema del contratto scuola 2019/2021 potrebbe trovare soluzione in tempi rapidi: se davvero con la prossima legge di bilancio non ci saranno soldi e se davvero, come pare, stiamo entrando in una fase di recessione che non si sa quanto durerà, i sindacati potrebbero decidere di firmare al più presto per non correre il rischio di perdere anche quelle poche risorse ora disponibili.
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