“Lo dicono i precedenti e la storia: cancellare le riforme non è un’operazione facile da attuare. Quindi anche per la legge Fornero e la Buona Scuola non sarà una passeggiata”: dirlo è stato il nostro direttore responsabile, Alessandro Giuliani, parlando in diretta il 26 marzo a Radio Cusano, commentando le dichiarazioni del leader della Lega, Matteo Salvini, sulla volontà di cancellare l’ultima riforma delle pensioni approvata durante il Governo Monti.
“I lavoratori della scuola, quasi un milione e 200 mila dipendenti, sarebbero ben contenti se le sue promesse si avverassero. C’è però un certo scettiscismo, perché per quanto riguarda la legge Fornero – ha detto Giuliani – servono diverse decine di miliardi di euro: il presidente dell’Inps Tito Boeri ha parlato di una novantina di miliardi. E l’Italia non può permettersi di lasciare una cifra così alta, in modo da favorire l’uscita anticipata dal lavoro a 61, 62 o 63 anni”.
Se effettivamente andranno al Governo il M5S e la Lega Nord, “sulla Buona Scuola, che tra l’altro deve ancora entrare completamente a regime, è probabile che si provveda non ad una cancellazione in toto, ma solo alla abrogazione delle parti più osteggiate: come la chiamata diretta, il bonus merito e la spinta esasperata dell’alternanza scuola-lavoro che ha portato davvero molte contrarietà”.
“Quelle di Salvini – ha continuato il direttore – sono dichiarazioni ancora quasi pre-elettorali. Perché ci sono effettivi limiti economico-finanziari e anche problemi pratici. La scuola, ad esempio, deve tenere conto di alunni e famiglie, che non possono essere sballottati” da certi continui cambi delle regole: “c’è bisogno di un periodo di transizione”. E comunque Riforme e controriforme non si possono attuare da un giorno all’altro.
Il Governo Renzi? “Sulla scuola l’investimento c’è stato: per evitare le tante contestazioni, sarebbe bastato dirottare parte dei soldi effettivamente investiti, nell’aumenti degli stipendi davvero troppo bassi. Oltre che correggere il tiro della Legge 107, dando retta alle indicazioni provenienti dalle associazioni di categorie e sindacali, anche espresse non corso delle audizioni sia alla Camera che al Senato sui decreti legislativi. Non è stato fatto e ora il Pd ha pagato il conto”.
Nel corso della puntata si è anche parlato dell’efficacia dell’opera degli istituti professionali statali e dei centri di formazione professionale: “se frequentate da alunni tenaci e volitivi possono davvero portare al lavoro”.
Infine, si è parlato di rinnovo delle elezioni Rsu: per il nostro direttore, “quello di aprile sarà un bel banco di prova per i sindacati che da decenni rappresentano i lavoratori, si capirà soprattutto se il contratto sottoscritto il 9 febbraio scorso ha soddisfatto o meno la categoria”.
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